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Cibo per i Testimoni di Geova riflessivi
“‘Ma in quanto a te, tu continui a cercare grandi cose per te stesso. Non continuare a cercare. Poiché, ecco, io farò venire la calamità su ogni carne’, è l’espressione di Geova, ‘e certamente ti darò la tua anima come spoglia in tutti i luoghi nei quali andrai’”
Importante: Questo sito non pretende di possedere la verità. Il lettore dovrebbe essere in grado di usare discernimento, esaminando attentamente le Scritture per vedere se queste cose sono così. (Atti 17:11)
Robert King (e-watchman)
Un cambio di direzione in arrivo
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La maggior parte dei Testimoni di Geova sarebbe senza dubbio in disaccordo totale con l’ipotesi che la Watchtower Society ha bisogno di un cambio di dirigenza, disaccordo dovuto ad una intensa fedeltà al cosiddetto Schiavo Fedele e Discreto.

Tuttavia, ogni Testimone di Geova dovrebbe essere d’accordo che l’unico parere di qualsiasi peso o conseguenza è l’opinione di Dio stesso. Dal momento che nessuno di noi è nella posizione di informarsi direttamente presso Geova di come ce la pensa, dobbiamo far affidamento sui documenti conservati che rivelano il suo pensiero in materia. A questo proposito, le azioni di Dio nel passato rispecchiano i suoi giudizi futuri. A dire il vero, i leader della Società Watchtower riconoscono da tempo che è così che funziona la Bibbia. Ci sono numerosi esempi nella storia dell’antico Israele dove Dio tollerò per un certo tempo cattivi condottieri per poi, all’improvviso, far cambiamenti radicali. Una delle prime persone che vengono in mente è il Sommo Sacerdote Eli. Era da tempo rimasto fedele nel suo servizio nel Tabernacolo quando in tarda età, invece di condannare fermamente i suoi figli per la loro condotta immorale e le loro continue bestemmie, si limitò ad un debole rimprovero dicendo ‘non fate questo, figli miei’. Visto che Eli permise ai suoi figli di continuare a mostrare una tale mancanza di rispetto verso Geova, di conseguenza Dio li mise a morte e nominò Samuele per sostituirlo come Sommo Sacerdote. Poco dopo, Dio scelse Davide per diventare re al posto di Saul. Sebbene questi eventi trascritti nella Bibbia potrebbero stabilire un modello, non sono necessariamente profetici. Tuttavia, i profeti confermano anche che possiamo aspettarci che Dio agisca in modo simile in future sentenze. Un’oscura profezia che ha a che fare con l’intervento divino per sostituire i condottieri del suo popolo si trova nel capitolo 22 di Isaia. In realtà, non è un’oscura profezia; è semplicemente fraintesa o incompresa o allora ancora nell’attesa dei giudizi di Dio. Ma prima di considerare brevemente alcuni aspetti di questa profezia, vorremmo ricordarci che anche il Cristo predisse che un giorno di pulizia e di cambio d’intendenza deve avvenire nella casa di Dio. Nel dodicesimo capitolo di Luca, ai versetti 42-47, Gesù parla di due classi di schiavi a chi sarà dato l’autorità sui suoi seguaci. Uno sarà trovato fedele ai suoi doveri mentre l’altro sarà giudicato come uno schiavo malvagio. Che entrambi gli schiavi esercitano l’autorità sulla casa spirituale di Dio è evidente dal fatto che Gesù disse nel versetto 48: “Ma chi non ha capito e ha fatto quindi cose meritevoli di battiture sarà battuto con pochi colpi. In realtà, a chiunque è stato dato molto, sarà richiesto molto; e a colui al quale è stato affidato molto, sarà richiesto più del solito. Così, secondo l’illustrazione di Gesù, anche lo schiavo infedele è in carica fino al giorno in cui il Signore verrà per l’ispezione. Consideriamo ora Isaia 22:15-19 che riguarda il giudizio di Dio contro un amministratore di nome Sebna. Geova commanda al suo profeta di annunciare in anticipo il suo giudizio, dicendo: “Il Sovrano Signore, Geova degli eserciti, ha detto questo: “Va, entra da questo economo, da Sebna, che è [incaricato] sulla casa: ‘Cosa c’è qui che ti interessa, e chi c’è qui che ti interessa, che ti sei scavato qui un luogo di sepoltura?’ In alto egli si scava il luogo di sepoltura; in una rupe si taglia una residenza. ‘Ecco, Geova ti lancerà giù con lancio violento, o uomo robusto, e ti afferrerà con forza. Senz’altro ti avvolgerà strettamente, come una palla per un ampio paese. Là morirai, e là i carri della tua gloria saranno il disonore della casa del tuo padrone. E io certamente ti spingerò via dalla tua posizione; e dal tuo posto ufficiale uno ti tirerà giù. Proprio come lo schiavo malvagio della parabola di Cristo, Sebna ha una posizione ufficiale nella casa di Dio; ma lui è infedele ed egoista. A causa della sua infedeltà, Geova decretò che un uomo di nome Eliachim sostituirà Sebna. I versetti 21 & 22 dicono a proposito di Eliachim: “E certamente lo vestirò con la tua lunga veste, e lo cingerò fermamente della tua fascia, e gli darò in mano il tuo dominio; ed egli dovrà divenire un padre per l’abitante di Gerusalemme e per la casa di Giuda. E certamente metterò la chiave della casa di Davide sulla sua spalla, ed egli dovrà aprire senza che nessuno chiuda, e dovrà chiudere senza che nessuno apra. La Torre di Guardia del primo Ottobre 1981 conteneva un’analisi dettagliata di questa profezia. L’articolo spiega perfettamente come Isaia predice un cambio di gestione nel nostro tempo, come un preludio ad Armageddon. In effetti, nel quadro antico, Sebna e Eliachim servono nella corte ufficiale di Ezechia nel periodo dove l’Assiria minaccia Giuda. È stato in quel tempo che l’angelo di Geova uccise 185’000 soldati assiri, costringendo così Sennacherib a porre fine alla sua campagna militare. Quel intervento divino è un presagio che annuncia come Dio sconfiggerà gli eserciti del ottavo re nella battaglia di Armaggedon. Ma, secondo la Torre di Guardia, Sebna è identificato come essendo il clero della Cristianità mentre Eliachim, naturalmente, è identificato come lo schiavo fedele associato alla società Watchtower e ai Testimoni di Geova. L’articolo fa riferimento agli anni 1918/1919 come il tempo in cui Geova avrebbe giudicato la sua casa e rimosso l’amministratore infedele dal suo posto di responsabilità sul popolo di Dio. Tuttavia questa interpretazione pone molti problemi. La prima difficoltà è che la Torre di Guardia collega Sebna al clero per la semplice ragione che il clero pretende di servire Cristo. L’articolo della Torre di Guardia dice:
Come Sebna sotto il governo del re Ezechia al tempo di Isaia, ci sono ecclesiastici della cristianità che pretendono di avere l’esclusivo diritto all’amministrazione terrena sotto il più grande Ezechia, Gesù Cristo.
Ma ecco il problema: Sebna non si limitò a pretendere di avere una posizione di economo; egli in realtà aveva una posizione ufficiale di segretario alla corte reale di Ezechia. Ecco perché Geova si è impegnato a rimuoverlo ufficialmente dal sua posizione. Se ci deve essere un parallelo moderno, come Geova potrebbe riconoscere che il clero delle centinaia di sette litigiose del cristianesimo ha una posizione ufficiale sui suoi servitori unti? Il secondo problema con questa particolare interpretazione è che si suppone che il Maestro è interceduto nel 1919 per esaltare la classe di Eliachim come economo fedele su tutti i suoi averi. Questo è semplicemente impossibile. Secondo il proprio racconto di Cristo dello schiavo fedele, egli non viene ricompensato finché il Figlio dell’uomo arriva. Matteo 24:42-47 situa chiaramente l’arrivo di Gesù in un tempo ancora nel nostro futuro. Il versetto legge: “Siate vigilanti, dunque, perché non sapete in quale giorno verrà il vostro Signore. “Ma sappiate una cosa, che se il padrone di casa avesse saputo in quale vigilia veniva il ladro, sarebbe rimasto sveglio e non avrebbe lasciato scassinare la sua casa. Perciò anche voi siate pronti, perché in un’ora che non pensate viene il Figlio dell’uomo. “Chi è realmente lo schiavo fedele e discreto che il suo signore ha costituito sopra i propri domestici per dar loro il cibo a suo tempo? Felice quello schiavo se il suo signore, arrivando, lo troverà a fare così! Veramente vi dico: Lo costituirà sopra tutti i suoi averi. Se il Figlio dell’uomo è venuto nel 1914 e ha già emesso la sua sentenza, allora non c’è più bisogno di stare svegli, vero? E se il Maestro ha già giudicato la casa di Dio ed espulso lo schiavo malvagio, perché mai ci sono più problemi ora che mai?
(Questo articolo nella sua prima stesura è stato scritto nel 2003. Ma i Testimoni di Geova dovrebbero riflettere seriamente sulle implicazioni della revisione della società Watchtower per quanto riguarda lo schiavo fedele che sarà nominato su tutti gli averi del Maestro nel futuro. Reimpostando quella nomina, la Watchtower ha abilmente dissolto la possibilità che qualsiasi classe dello schiavo malvagio possa manifestarsi nel futuro. Non sorprende che Gesù ha posto la domanda ‘Chi è realmente lo schiavo fedele e discreto?’)
Se speriamo di interpretare correttamente la Parola di Dio, dobbiamo fare i conti col fatto che, secondo l’illustrazione di Gesù, lo schiavo malvagio ha autorità sui suoi compagni di schiavitù fino al momento in cui il padrone della casa fa la sua ispezione a sorpresa. Questo è in armonia con l’illustrazione correlata di Gesù sul grano e le zizzanie che crescono insieme fino alla mietitura, durante la conclusione vera e propria, quando gli angeli fanno una separazione definitiva. Fino ad oggi, i Testimoni di Geova hanno sempre inteso che lo schiavo malvagio si trovava al di fuori della congregazione. Ma per essere coerenti con il nostro ragionamento, siamo costretti ad ammettere che lo schiavo fedele e discreto e lo schiavo malvagio convivono nella stessa dimora finché Gesù viene e inizia il periodo di giudizio. Il problema è che i Testimoni di Geova semplicemente non sono in grado di riconoscere lo schiavo malvagio in mezzo a loro. Tuttavia, Geova non è soggetto a nessun tipo di influenze illusorie. Molto probabilmente, la lacuna più evidente dell’interpretazione attuale che fa la Watchtower della profezia contenuta nel capitolo 22 di Isaia viene dal fatto che l’ambiente della profezia ha a che fare con la caduta di Gerusalemme. È interessante notare che sia Sebna, sia Eliachim erano persone reali che vivevano al tempo di Isaia, tempo durante il quale, come già detto, l’impero assiro conquistò Israele e si muoveva per sottomettere Giuda e Gerusalemme. I versetti 1 a 11 prevedono le condizioni effettive dell’assedio della città. Tuttavia, il capitolo 37 di Isaia ci informa che Geova intervenne in quell’occasione per risparmiare Gerusalemme. Sebna ed Eliachim addirittura sono menzionati quando si racconta degli inviati assiri che chiedevano la capitolazione di Gerusalemme in mani a Sennacherib. La Watchtower riconosce che la profezia non sembra aver avuto un adempimento letterale allora, come ce lo spiega il libro “Le profezie di Isaia: luce per tutta l’umanità I” al capitolo 18, paragrafo 2:
Nel capitolo 22 di Isaia leggiamo di un assedio del genere, un assedio contro Gerusalemme. Quando avviene? È difficile individuare un particolare assedio in cui si siano verificati tutti gli aspetti descritti. A quanto pare la profezia si comprende meglio come descrizione generica dei vari assedi che Gerusalemme subirà, un avvertimento generale di ciò che l’attende.
Il fatto che la profezia non si applica completamente al tempo di Sebna ed Eliachim è un’indicazione sicura che l’adempimento reale ha a che fare con l’organizzazione cristiana. Come possiamo determinarlo? Per prima cosa, il linguaggio usato per descrivere la funzione di Eliachim riferisce al Regno di Cristo. In particolare il verso 22 dice: “E certamente metterò la chiave della casa di Davide sulla sua spalla, ed egli dovrà aprire senza che nessuno chiuda, e dovrà chiudere senza che nessuno apra. Naturalmente la Casa di Davide è il Regno celeste di Cristo. Gli studenti biblici riconosceranno una frase simile utilizzata in Rivelezione 3:7 per descrivere l’’autorità di Gesù sulle congregazioni. Si legge: “Queste son le cose che dice colui che è santo, che è verace, che ha la chiave di Davide, che apre in modo che nessuno chiuda e chiude in modo che nessuno apra. Eliachim deve quindi rappresentare lo stesso gruppo di Cristiani unti che è descritto in Rivelazione come esistente durante il giorno del Signore, per il quale Cristo apre una porta di privilegi durante la tribolazione, di cui un versetto più in basso parla come ‘dell’ora della prova, che deve venire sull’intera terra abitata’. Un’altro aspetto interessante della profezia si trova nei primi versetti che leggono: “Eri piena di trambusto, una città tumultuosa, una città esultante. I tuoi uccisi non sono quelli uccisi con la spada, né quelli morti in battaglia. Tutti i tuoi dittatori stessi son fuggiti nello stesso tempo. Senza [bisogno di] arco sono stati presi prigionieri. Tutti quelli dei tuoi che sono stati trovati sono stati presi prigionieri insieme. Erano fuggiti lontano. Anche Gesù predisse che la città di Dio, Gerusalemme, sarebbe stata assediata durante la conclusione del sistema. E ha espressamente detto che è ‘perché questi sono giorni per fare giustizia, affinché tutte le cose scritte siano adempiute.’ Rivelazione 11:2 collega espressamente la città santa alla congregazione Cristiana. Stando così le cose, la profezia di Isaia apparentemente descrive esattamente ciò che Cristo predisse per la desolazione di Gerusalemme, ‘affinché tutte le cose scritte siano adempiute.’ Una cosa è certa: non è cosa ordinaria in un assedio che quelli che cadono in battaglia non siano uccisi con arco o spada. A tale riguardo, la profezia forse predice come grande parte del popolo di Dio si darà al timore e verrà portato in cattività, per così dire, andando meno nella fede. A quanto pare, i dittatori sono i leader spirituali che abbandonano il gregge durante il tempo della calamità. È per questo che il profetto è inconsolabile quando dice nei versetti 4 & 5: “Perciò ho detto: “Distogliete da me il vostro sguardo fisso. Di sicuro mostrerò amarezza nel pianto. Non insistete nel confortarmi per la spoliazione della figlia del mio popolo. Poiché è il giorno della confusione e del calpestamento e dello smarrimento, che il Sovrano Signore, Geova degli eserciti, ha nella valle della visione. È in questo ambiente (durante la tribolazione) che Geova spinge Sebna (che rappresenta lo schiavo malvagio moderno) dalla sua posizione ufficiale nella casa di Dio e fornisce una nuova governance sotto la direzione dei Figli di Dio che devono ancora essere rivelati.
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Lettura consigliata
Esaminiamo le nostre credenze:

l'esistenza di Dio

Se si chiede ad un cristiano, ed in particolare a un Testimone di Geova, di fornire una prova dell'esistenza di Dio, ci sono grandi probabilità che citi il quarto versetto del terzo capitolo della lettera agli Ebrei, "Ogni casa è costruita da qualcuno, ma chi ha costruito ogni cosa è Dio".

Se il ragionamento è corretto, dal nulla non si è generato nulla bensì ogni cosa è presente sulla terra per via della volontà di un progettista, bisogna tuttavia capire che Paolo non stava cercando di argomentare sull'esistenza di un Creatore. Si stava rivolgendo ai suoi compagni cristiani, oltre che ebrei, che certamente non dubitavano del fatto che l'universo fu governato da un essere potente alla base di tutto. Inoltre, nell'antichità il problema non era affatto la non-credenza in Dio ma piuttosto l'inverso: si aveva tendenza a credere in una moltitudine di divinità. D'altronde, Paolo, in un'occasione, rimarcò che era stato fatto un altare dedicato ad un dio sconosciuto, sicuramente per timore di dimenticare di adorare una divinità.

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Acalia & Marta
Parabole per i nostri giorni (prima parte)
Carl-Bloch-Sermon-on-the-Mount
Cos'hanno da dirci le parabole di Gesù? Hanno relazione coi nostri giorni? Per prima cosa dobbiamo identificarle e comprendere quali di esse hanno un risvolto profetico. Per fare un esempio contrario, la parabola del figlio prodigo contiene un grandissimo insegnamento per noi ma non è profetica, non annuncia nessun avvenimento! Come facciamo dunque a distinguere i tipi di parabole? Come al solito, è molto semplice: ci atterremo a ciò che disse Gesù Cristo stesso, senza aggiungere né togliere. Limiteremo le interpretazioni ai soli elementi che si possono evincere direttamente dai racconti o da altri particolari scritti e attinenti. Per il resto ci accontenteremo volentieri della risposta del Signore: "Non sta a voi acquistar conoscenza dei tempi o delle stagioni che il Padre ha posto nella propria autorità”. – Atti 1:7
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