La Bibbia è la parola di Dio, il testamento che ha lasciato all'umanità in modo che tutti possano guardare attentamente dentro e scrutare le cose profonde del Creatore. Attraverso di essa conosciamo le nostre origini, sappiamo come muoverci nel presente e cosa riserva il futuro.
Da sempre, uomini hanno deciso che erano i guardiani della parola del nostro padre, e che solo loro potevano capire e spiegare le cose che Dio ha deciso di dare ai suoi figli. Ma è davvero il pensiero di Dio? Paolo ci dice che non furono chiamati molti saggi secondo la carne, non molti potenti, non molti di nobile nascita; ma Dio scelse le cose stolte del mondo, per svergognare i saggi; e Dio scelse le cose deboli del mondo, per svergognare le forti.
La Bibbia non appartiene agli studiosi, i saggi, i potenti, ma agli umili che cercano realmente di capirla. Dio non ha scelto un gruppo di uomini in cui dobbiamo mettere la nostra fiducia per capire il suo messaggio, ma spetta a ciascuno di noi di fare questo sforzo.
Su questo sito verranno pubblicate regolarmente capitoli della Bibbia, a partire da Genesi per arrivare alla Rivelazione (o Apocalisse, in greco). Sotto ognuno, si avrà l'opportunità di lasciare commenti. Dalla discussione, sorge la conoscenza.
La versione della Bibbia che è stata scelta è quello della Conferenza Episcopale Italiana (CEI). Alcune modifiche sono apportate al testo per essere in armonia con la comprensione che abbiamo oggi del messaggio divino. Pertanto, il testo ebraico o greco è consultato in anticipo.
L’espressione "il Signore" quando ci si riferisce a Dio, è sostituito dal nome Jehovah. Perché è stata scelta questa opzione? In primo luogo, il testo originale indica il Tetragramma ebraico come il nome di Dio. Geova è la più antica forma in italiano, prima di Yahweh, che ha cominciato ad essere ampiamente utilizzato per contrastare l'uso del nome dai testimoni di Geova, e alcuni scritti datati da alcuni secoli riportano la forma Jehovah. Inoltre, non sembra che Geova è stato costituito dalla trascrizione del Tetragramma (IHWH o JHVH, la V avendo il suono U in latino) e delle vocali di Adonai (signore). Infatti, se così fosse, non avremmo scritto Geova o Jehovah, ma Jahovah o Giaova, giusto?
Anche se si può pensare che la pronuncia originale sia stata Ieho-ua, il sentimento qui è che la pronuncia del nome di Dio non ha importanza, altrimenti egli avrebbe certamente preso delle disposizioni perché essa attraversi i secoli; o non è abbastanza potente per questo? Quando Giuseppe va in Francia, non si offende se lo chiamano Joseph, e quando Luca si reca in Inghilterra, con molta probabilità sarà chiamato Luke. Ma in tutti i casi, si tratta delle stesse persone, la cosa importante è sapere de chi si sta parlando. Chi vuole chiamare Dio Yahweh è completamente libero di farlo e su questo sito non saranno accettate discussioni aggressivi su questo punto, ci sono molte altre questioni che meritano la nostra attenzione nella Bibbia.
Con tutto il mio amore cristiano,
Baruq

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