BaruQ
Cibo per i Testimoni di Geova riflessivi
“‘Ma in quanto a te, tu continui a cercare grandi cose per te stesso. Non continuare a cercare. Poiché, ecco, io farò venire la calamità su ogni carne’, è l’espressione di Geova, ‘e certamente ti darò la tua anima come spoglia in tutti i luoghi nei quali andrai’”
Importante: Questo sito non pretende di possedere la verità. Il lettore dovrebbe essere in grado di usare discernimento, esaminando attentamente le Scritture per vedere se queste cose sono così. (Atti 17:11)
Perimeno
Dice la Bibbia che una proclamazione di “pace e sicurezza” segnerà l’improvviso inizio di Har-Maghedon?
1 Tessalonicesi 5:3 dice che quando diranno pace e sicurezza allora un’improvvisa distruzione sarà istantaneamente su di loro. Quello che vorrei sapere, prima di tutto, è se dobbiamo aspettarci qualche proclama notevole di pace e sicurezza prima di Har-Maghedon; e da dove arriva, dal mondo o della società Watchtower? Ci sono altre scritture che fanno luce su questo argomento?

Secondo la Traduzione del Nuovo Mondo, in 1 Tessalonicesi 5:1-5 si legge: “Ora circa i tempi e le stagioni, fratelli, non avete bisogno che vi si scriva nulla. Poiché voi stessi sapete benissimo che il giorno di Geova viene esattamente come un ladro di notte. Quando [όταν] diranno: “Pace e sicurezza!” allora un’improvvisa distruzione sarà istantaneamente su di loro come il dolore di afflizione su una donna incinta; e non sfuggiranno affatto. Ma voi fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno venga su di voi come su dei ladri, poiché siete tutti figli della luce e figli del giorno. Noi non apparteniamo né alla notte né alle tenebre.” Fatto interessante, secondo la Traduzione del Nuovo Mondo l’apostolo Paolo parla del “giorno di Geova” dicendo che “viene esattamente come un ladro di notte” allorché i manoscritti greci usano l’espressione “il giorno del Signore”. Che cos’è “il giorno del Signore”? Si tratta del giorno di Geova ad Har-Maghedon? (Sofonia 1:14; Rivelazione 16:14,16) Nella stessa lettera, poco prima Paolo menziona “la presenza del nostro Signore Gesù”. (1 Tess. 3:13; 4:15) Più tardi, nella sua seconda lettera alla congregazione di Tessalonica, Paolo spiega gli sviluppi in relazione con la presenza o “rivelazione del Signore Gesù dal cielo con i suoi potenti angeli in un fuoco fiammeggiante, allorché recherà vendetta su quelli che non conoscono Dio e su quelli che non ubbidiscono alla buona notizia intorno al nostro Signore Gesù. Questi stessi subiranno la punizione giudiziaria della distruzione eterna dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua forza, al tempo in cui verrà per essere glorificato riguardo ai suoi santi e per essere considerato in quel giorno con meraviglia riguardo a tutti quelli che esercitarono fede, perché la testimonianza che demmo fu accolta con fede fra voi.” (2 Tess. 1:7-10; TNM) In questi versetti, Paolo parla dell’epoca del ritorno di Gesù, quando “verrà per essere glorificato riguardo ai suoi santi”, portando una distruzione eterna su “quelli che non conoscono Dio e su quelli che non ubbidiscono alla buona notizia intorno al nostro Signore Gesù”. Sembra che i fratelli di Tessalonica discutevano, probabilmente speculavano o forse disputavano a proposito del momento del ritorno di Gesù e dell’epoca in cui saranno uniti a lui; per questo, Paolo li esortò, dicendo: “Comunque, fratelli, riguardo alla presenza del nostro Signore Gesù Cristo e al nostro radunamento presso di lui, vi preghiamo di non essere presto scossi dalla vostra ragione né di eccitarvi sia per un’espressione ispirata che per un messaggio verbale o per una lettera come se [venisse] da noi, secondo cui il giorno di Geova sia venuto.” (2 Tess. 2:1,2) Anche in questo caso, quello che la Traduzione del Nuovo Mondo chiama “il giorno di Geova” viene chiamato “il giorno del Signore” nei manoscritti greci, riferendosi chiaramente alla rivelazione del Signore Gesù Cristo. Perché la Traduzione del Nuovo Mondo della Watchtower fa una distinzione tra “il giorno di Geova” e “la presenza del nostro Signore Gesù Cristo”? Semplicemente perché secondo la Società Gesù sta già governando nel suo regno celeste ed è già stato presente negli ultimi cento anni, sin dal 1914; tuttavia, le cose predette da Paolo in connessione con la presenza di Cristo non si sono ancora avverate. Pertanto, la Società conta sul futuro "giorno di Geova" per l’adempimento degli eventi mancanti. A dire il vero, la rivelazione del Signore Gesù Cristo dal cielo avrà luogo ad Har-Maghedon, come descritto dall’apostolo Giovanni nel libro della Rivelazione. In quel periodo la profezia di Paolo troverà il suo compimento. (Rivelazione 19:11-21) La parola greca tradotta “quando” nella Traduzione del Nuovo mondo in 1 Tessalonicesi 5:3 è όταν [otan], è la stessa parola che si ritrova in Matteo 25:31: “Quando il Figlio dell’uomo sarà arrivato nella sua gloria” (confronta Marco 2:20). Molte altre traduzioni usano la parola “quando”, όταν che potrebbe anche tradursi come “mentre” (e certe traduzioni straniere traducono proprio così; però non ne ho trovate in italiano - Baruq). Tradurre όταν con “quando diranno pace e sicurezza” dà l’impressione che ci sarà una notevole proclamazione o un’annuncio di “pace e sicurezza” subito prima della distruzione improvvisa dei cattivi. Ma è quello il pensiero che Paolo voleva trasmettere? Paolo non stava suggerendo che ci sarà qualche importante sviluppo che si tradurrà in una proclama di pace e sicurezza, com’è stato il caso molte volte sin dalla fine del primo conflitto mondiale. Paolo ha semplicemente ripetuto quello che ha detto Gesù stesso ai suoi discepoli, cioè che “il vostro Signore”, “il Figlio dell’uomo”, arriverà “in un’ora che non pensate”. Verrà come un ladro, senza annuncio, inaspettatamente. (Matteo 24:42-44; 1 Tess. 5:2,4) Quando nel 1914 scoppiò la prima guerra mondiale, Charles T. Russel, il fondatore e il primo presidente della Watchtower Society, credeva che fosse arrivata la fine dei “tempi dei gentili” e che questa grande guerra si sarebbe tramutata nella guerra di Dio ad Armaghedon. (Luca 21:24) Molte persone sono incline a credere che quando ci sono guerre, disastri o catastrofi terribili, la fine del mondo sta arrivando. Paolo affermò semplicemente che non sarà così. La fine verrà su questo mondo malvagio nel momento più improbabile, quando le persone si sentiranno al proprio agio e saranno indifferenti, godendosi della pace e della sicurezza. Non dobbiamo aspettarci alcuna proclama significativa di pace e sicurezza che fungerà da segno riguardo all'immediata vicinanza della fine. Prendiamo ad esempio l’illustrazione di Paolo a proposito di una donna incinta. Lei è consapevole che sta per partorire, ma non conosce né il giorno, né l’ora. Il tempo stabilito potrebbe trovarla impreparata e coglierla di sorpresa. È per questo che alcune non fanno in tempo ad arrivare in ospedale. Allo stesso tempo, sappiamo che il tempo del ritorno di Gesù è vicino grazie ai numerosi segni che Gesù definì come evidenze; ma non vi è alcun modo di conoscere o calcolare il giorno o l’ora; nessun preavviso! (Luca 21:28; Atti 1:7) Il nostro Signore Gesù tornerà in un momento in cui meno ce l’aspetteremo. Terribili condizioni sulla terra o nella casa di Dio non saranno di per sé l’indicatore della sua immediata vicinanza, anche se queste cose fanno parte del segno che Gesù diede. (Matteo 24:32-34) Gesù ha paragonato il momento del suo ritorno ai giorni di Noè. Anche se la terra era “piena di violenza” e “si rovinò alla vista del vero Dio”, Gesù disse che gli abitanti “mangiavano e bevevano, gli uomini si sposavano e le donne erano date in matrimonio, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si avvidero di nulla finché venne il diluvio e li spazzò via tutti”. (Genesi 6:3-7, 11, 12; Matteo 24:36-39) Dal momento che non siamo al buio, ma siamo figli della luce, non saremo colti di sorpresa, non a causa di un preavviso come un grido di pace e di sicurezza, ma piuttosto perché saremo rimasti svegli. “State svegli, dunque, supplicando in ogni tempo affinché riusciate a scampare da tutte queste cose destinate ad accadere, e a stare in piedi dinanzi al Figlio dell’uomo”. (Luca 21:36; Daniele 12:3,10; Matteo 13:43)
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Lettura consigliata
Esaminiamo le nostre credenze:

l'esistenza di Dio

Se si chiede ad un cristiano, ed in particolare a un Testimone di Geova, di fornire una prova dell'esistenza di Dio, ci sono grandi probabilità che citi il quarto versetto del terzo capitolo della lettera agli Ebrei, "Ogni casa è costruita da qualcuno, ma chi ha costruito ogni cosa è Dio".

Se il ragionamento è corretto, dal nulla non si è generato nulla bensì ogni cosa è presente sulla terra per via della volontà di un progettista, bisogna tuttavia capire che Paolo non stava cercando di argomentare sull'esistenza di un Creatore. Si stava rivolgendo ai suoi compagni cristiani, oltre che ebrei, che certamente non dubitavano del fatto che l'universo fu governato da un essere potente alla base di tutto. Inoltre, nell'antichità il problema non era affatto la non-credenza in Dio ma piuttosto l'inverso: si aveva tendenza a credere in una moltitudine di divinità. D'altronde, Paolo, in un'occasione, rimarcò che era stato fatto un altare dedicato ad un dio sconosciuto, sicuramente per timore di dimenticare di adorare una divinità.

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Acalia & Marta
Parabole per i nostri giorni (prima parte)
Carl-Bloch-Sermon-on-the-Mount
Cos'hanno da dirci le parabole di Gesù? Hanno relazione coi nostri giorni? Per prima cosa dobbiamo identificarle e comprendere quali di esse hanno un risvolto profetico. Per fare un esempio contrario, la parabola del figlio prodigo contiene un grandissimo insegnamento per noi ma non è profetica, non annuncia nessun avvenimento! Come facciamo dunque a distinguere i tipi di parabole? Come al solito, è molto semplice: ci atterremo a ciò che disse Gesù Cristo stesso, senza aggiungere né togliere. Limiteremo le interpretazioni ai soli elementi che si possono evincere direttamente dai racconti o da altri particolari scritti e attinenti. Per il resto ci accontenteremo volentieri della risposta del Signore: "Non sta a voi acquistar conoscenza dei tempi o delle stagioni che il Padre ha posto nella propria autorità”. – Atti 1:7
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