BaruQ
Cibo per i Testimoni di Geova riflessivi
“‘Ma in quanto a te, tu continui a cercare grandi cose per te stesso. Non continuare a cercare. Poiché, ecco, io farò venire la calamità su ogni carne’, è l’espressione di Geova, ‘e certamente ti darò la tua anima come spoglia in tutti i luoghi nei quali andrai’”
Importante: Questo sito non pretende di possedere la verità. Il lettore dovrebbe essere in grado di usare discernimento, esaminando attentamente le Scritture per vedere se queste cose sono così. (Atti 17:11)
Israeli Bar Avaddhòn
Comprendere l'identità delle 10 vergini è per la nostra salvezza
The_Parable_of_the_Ten_Virgins_(section)_by_Phoebe_Traquair,_Mansfield_Traquair_Church,_Edinburgh

Nell’articolo intitolato “Cinque vergini sagge. Cinque stolte” (sul blog Prestiamo attenzione alla profezia) abbiamo toccato, anche se solo parzialmente, uno dei temi più dottrinali e profondi non solo dei testimoni di Geova ma di tutte le religioni cristiane. In quell’articolo si è cercato di dar risposta alle seguenti domande: “Chi sono le vergini? Perché si addormentano? Cosa rappresentano le lampade? L'olio? Cosa significa per noi?”. Com’è successo anche per altri articoli, si era sempre partiti dallo stesso assunto e cioè “noi siamo il popolo di Dio”. Di conseguenza chi potevano essere le vergini se non “noi”?
Ovviamente si contestava il fatto che le “vergini stolte” potessero essere la cristianità e per una serie di motivi. Si ponevano le seguenti domande: “Può la cristianità, colei che ha tradito il Signore Gesù facendo alleanze politiche con il mondo di Satana e insegnando falsità, essere paragonata ad una vergine? Possono veramente sperare di regnare con Cristo se la maggioranza di loro non ci ha mai neppure creduto? Si può dire che essi stanno aspettando davvero il Regno di Dio se hanno riposto tutte le loro speranze nelle Nazioni Unite? Hanno davvero con loro “le lampade” se hanno sostituito gli insegnamenti biblici con ogni sorta di filosofia umana? La risposta è no a tutte e quattro le domande”. Queste domande sono ancora valide ma avendo ormai compreso la nostra reale posizione agli occhi di Dio, anche su questo argomento è necessario aggiustare il tiro.


Come disse l’apostolo Giovanni, con il termine dell’ultima ora sarebbero sorti molti anticristi e l’apostolo Paolo aggiunse che questi avrebbero insegnato “cose storte per trarsi dietro dei discepoli”. (1 Giovanni 2:18; Atti 20:29, 30) Le cose andarono proprio come predetto ed entro il secondo/terzo secolo dopo Cristo non c’era praticamente più alcuna traccia della vera adorazione. Il re, Roma, ‘portò all’apostasia quelli che agirono malvagiamente contro il patto’ quando il cristianesimo divenne religione di stato. (Daniele 11:32) Da quel momento in poi il gregge di Dio è stato maltrattato, umiliato e sbranato da questi oppressivi lupi. Ora, però, dovremmo concentrarci proprio sul termine "gregge di Dio”.

La falsa adorazione ha forse eliminato il gregge di Dio, ovvero le persone che hanno sempre cercato di conoscere Dio in Spirito e Verità nei limiti di quello che potevano fare? Se così fosse stato, Giovanni, Paolo e altri avrebbero detto che dopo la loro partenza ci sarebbero stati esclusivamente oppressivi lupi ma un lupo, per identificarsi come tale, deve pur sbranare una pecora. Si dice che questi ‘non avrebbero trattato il gregge con tenerezza’ e queste parole dimostrano che in piena apostasia, durante il dominio assoluto dei lupi, c’è pur sempre stato un gregge di pecore. Inoltre queste persone paragonate a pecore sembrano avere una certa attenzione da parte di Dio, a prescindere dai falsi insegnamenti ricevuti, in quanto le parole dell’apostolo Paolo mostrano preoccupazione per la loro condizione.

Non sarebbero stati trattati con tenerezza. Questo sembra essere in armonia con la parabola del grano e della zizzania che il Signore fece agli orecchi dei suoi discepoli. Prima di questo, comunque, Egli spiegò il motivo per cui insegnava attraverso l’uso di parabole. Il Signore disse chiaramente: “A voi è concesso di capire i sacri segreti del Regno dei cieli, ma a loro non è concesso” e questo potrebbe essere il motivo per cui oggi praticamente ogni organizzazione religiosa si è intestata ed ha personalizzato la parabola delle dieci vergini: non è stato concesso loro di comprendere.

Nella suddetta parabola il Signore narra di un uomo che semina seme eccellente nel suo campo ma, quando gli schiavi dormono, un nemico semina la zizzania e se ne va. Quando gli schiavi si svegliano notano “qualcosa di strano” e infatti chiedono: “‘Signore, non avevi seminato seme eccellente nel tuo campo? Come mai, allora, c’è la zizzania?’ Lui rispose loro: ‘È stato un nemico, un uomo, a farlo’. Gli schiavi gli dissero: ‘Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla?’ Lui rispose: ‘No, perché raccogliendo la zizzania potreste sradicare con essa anche il grano. Lasciate che entrambi crescano insieme fino alla mietitura, e al tempo della mietitura dirò ai mietitori: “Prima raccogliete la zizzania e legatela in fasci per bruciarla, poi radunate il grano nel mio granaio”’”. - Matteo 13:24-30

Questa parabola la conosciamo bene ma forse non abbiamo mai riflettuto su certi particolari. Intanto vediamo che la divisione tra grano e zizzania avviene in prossimità del giudizio; questo dovrebbe quantomeno far riflettere se il ripristino della vera adorazione possa davvero avvenire cent’anni prima o solo qualche anno prima … e altri particolari interessanti.

Comunque per rimanere nel tema di questo articolo, vediamo chiaramente che il grano cresce insieme alla zizzania fino al tempo della fine. Gesù è il seminatore eccellente ed infatti egli fu la personificazione della Verità (Giovanni 14:6) Egli piantò il seme della verità e i suoi insegnamenti sono presenti nei vangeli, comunque il diavolo si affrettò a seminare seme inadatto per confondere e soffocare la verità. Questa azione da parte di Satana eliminò forse il grano? Secondo quanto dice la parabola, no. È vero che il grano viene praticamente soffocato, cioè gli si impedisce di crescere e di prosperare non solo nel numero ma anche nel sano insegnamento, ma di fatto esso continua ad esistere fino al tempo della fine.

Come abbiamo visto in precedenti articoli, nei secoli passati ci sono state diverse persone che hanno tentato di riportare “al vangelo” la loro propria organizzazione religiosa o i singoli credenti, pur rimanendo essi stessi in parte influenzati dagli insegnamenti della zizzania. Quasi tutti hanno fatto una fine orribile: sono stati sbranati dai lupi. Non è un caso che Satana abbia messo proprio queste persone nei posti di comando. Se la zizzania avesse preso il posto del grano, non ci sarebbero stati questi crimini: il mondo avrebbe mostrato affetto per ciò che è suo. Invece tutta la persecuzione religiosa che ha caratterizzato i due millenni passati dimostra che una parte di questi credenti, nei limiti della loro influenzata condizione, furono ancora considerati “grano” e “pecore” dai Signore Gesù Cristo. Ovviamente la distinzione non è così netta come potrebbe sembrare perché non tutti furono perseguitati per amore della Verità (alcuni cercarono solo di scalzare il potere dominante per prendere il loro posto) e anzi alcuni di questi divennero anche peggiori dei loro stessi persecutori. Satana giocò senz’altro bene le sue carte infatti fu praticamente impossibile, da un punto di vista umano, distinguere i veri adoratori dai falsi.

Se abbiamo compreso davvero questa parabola, non dovrebbe essere troppo difficile arrivare al passo successivo.

Se il grano avesse continuato ad esistere anche in piena apostasia e fino al ripristino della vera adorazione (avvenimento ancora futuro) dove l’avremmo trovato? La risposta è semplice: sparso in varie “congregazioni” all’interno di organizzazioni religiose.

Non confondiamoci: le dieci vergini non possono rappresentare le organizzazioni religiose per i concetti appena espressi. Nessuna organizzazione religiosa può essere paragonata ad una vergine. Al contrario, come abbiamo detto anche in un articolo precedente, Satana si è accertato di mettere “le persone giuste” a capo di ogni organizzazione religiosa e a vari livelli affinché la Verità della Parola di Dio non prosperi. Anche ammettendo che esista, nell’insieme, qualche eccezione, finché la vera adorazione non sarà ripristinata nessuna organizzazione religiosa può definirsi organizzazione di Dio. Quindi possiamo dire che le organizzazioni religiose, tutte, sono strumenti di Satana prima di tutto autoreferenziali e poi coercitive nei confronti di chi “esce dalle regole”; regole che non sono certo bibliche ma funzionali all’esistenza stessa dell’organizzazione. Potrete provare sulla vostra stessa pelle che tutto si potrà discutere, tutto, ma non ciò che tenderà ad intaccare una certa gerarchia. Questo dovrebbe spingere ad un’attenta riflessione tutti coloro che hanno incarichi di insegnamento all’interno di una qualsiasi organizzazione religiosa. – Giacomo 3:1

Fatta questa importante distinzione, rimane il fatto che il grano – o le pecore. – deve trovarsi pur sparso da qualche parte, non è vero?

Ebbene, in quale altro “luogo” potrebbe trovarsi questa categoria di persone se non nelle varie organizzazioni religiose, ovvero quel luogo dove, nell’arco dei secoli, sono stati sbranati dagli oppressivi lupi? Procediamo con cautela mentre esaminiamo il resto delle Scritture senza pregiudizio.

Potrebbe essere davvero questo il significato della parabola delle dieci vergini? Prendiamo, per esempio, gli avvertimenti dati dal Signore alle sette congregazioni riportate in Rivelazione capitoli 2 e 3. Ovviamente tutti coloro che ritengono d’essere l’esclusivo popolo di Dio a motivo dell’appartenenza ad una certa organizzazione non possono neppure prendere in considerazione che tali avvisi siano rivolti ai cristiani sparsi nel mondo al di là dell’appartenenza religiosa. Anzi, non possono neppure prendere in considerazione che altri, al di fuori della propria cerchia, possano essere definiti cristiani. Questo andrebbe contro tutto l’apparato dell’autorità e metterebbe in dubbio la legittimità stessa di tale organizzazione.

Comprendendo le difficoltà che i nostri condizionamenti creano, questo blog ha fatto un certo sforzo per cercare di spiegare la differenza tra Verità e organizzazione religiosa perché è evidente che molti confondono le due cose (si veda il riquadro in fondo a questa pagina intitolato “Chi possiede la verità?”). La Verità è la Parola di Dio, solo la Parola di Dio, ed ogni “organizzazione” può essere identificata con la Verità nella misura in cui si attiene ad Essa (Giovanni 17:17) Dal momento, comunque, che la pura adorazione non è stata ancora ripristinata, ci si può al massimo avvicinare alla Verità senza per questo afferrarne pienamente la portata (Efesini 3:14-18) Questa è esattamente la situazione che vediamo leggendo il resoconto delle sette congregazioni.

D’altronde se volessimo intestare questi avvertimenti ad un’unica organizzazione (tanto per escludere tutte le altre), dovremmo concludere d’avere problemi di spiritismo, di immoralità sessuale, di simonia, di culto della personalità, di idolatria etc etc etc. Ora, anche facendo un’onesta autocritica, è difficile intestare ad una singola organizzazione religiosa tutti questi problemi (tanto più se asseriamo di essere quelli giusti) ed inoltre quando il Signore dice a quelli di Pergamo “pentiti… se no, vengo presto da te, e guerreggerò con loro con la lunga spada della mia bocca” si riferisce ad un gruppo isolato della stessa organizzazione (che poco prima è stata lodata per aver “serbato la parola”) o più facilmente si riferisce ad un altro gruppo di credenti i cui falsi insegnamenti hanno influito sulle loro credenze e pratiche? (Rivelazione 2:8-17) Prendiamoci il tempo per rileggere bene questi avvertimenti e riflettiamoci su.

Fin qui sembrerebbe logico ma rimane il problema di comprendere se singoli appartenenti ad organizzazioni religiose chiaramente gestite da lupi possano essere identificati come vergini. Essi possono forse essere considerati “pecore” … ma “vergini”? Per provare a rispondere a questa domanda dobbiamo innanzitutto renderci conto che le sette congregazioni non si trovano tutte allo stesso livello dal punto di vista del Signore.

Un errore in cui si potrebbe cadere facilmente è che, dal momento che la vera adorazione non è stata ancora ripristinata, “una religione valga l’altra”. Non è affatto così, infatti il Signore riversa esclusivamente lodi ad esempio alla congregazione di Filadelfia ed esclusivamente rimproveri alla congregazione di Laodicea. In generale ognuna d’esse ha qualcosa da farsi rimproverare e qualche aspetto positivo. Questo mette semplicemente in risalto che anche il credente nelle condizioni peggiori o organizzazione peggiore (cioè in mezzo ad un gruppo di falsi cristiani che insegnano falsità e si comportano male) può pentirsi, rinnovare il suo amore per Dio, rafforzare le cose che stavano per morire ed uscire vittorioso nella battaglia per fare ciò che è giusto.

Sarebbe quindi saggio andare nella congregazione di Laodicea abbandonando quello che abbiamo conquistato alla luce delle Scritture? Un cristiano sensibile alla Parola di Dio non tornerà indietro, scegliendo una congregazione che offende Dio e dove gli sarà più difficile fare la Sua Volontà, ma farà tutto il possibile per “vincere”. – confronta 1 Corinti 15:33

È scontato concludere che molti componenti di queste congregazioni, sicuramente la maggior parte, non passeranno indenni il giudizio perché non saranno disposti a fare i cambiamenti necessari e soprattutto non saranno in grado di resistere agli inganni del falso profeta. Comunque possono essere considerati vergini almeno alcuni di coloro che, seppur in buona fede, hanno fatto parte di una qualsiasi organizzazione religiosa?

Affermare, come sostenuto dall’autore, che i 144.000 sono considerati vergini perché non si sono contaminati con donne, ovvero le organizzazioni religiose (Rivelazione 14:4; confronta Daniele 11:37) potrebbe entrare in contraddizione con quanto abbiamo appena asserito. Se il gregge di Dio è davvero sparso in varie congregazioni (che sono in realtà gruppi di credenti, non religioni, ma comunque evidentemente organizzati da qualcuno) come possono essi far parte di una religione ed essere nello stesso tempo “vergini”? Vediamo se nelle parole del Signore riusciamo a trovare un equilibrio tra le due posizioni.

Alla congregazione di Sardi o anche a Tiatira il Signore dice che aveva “reputazione d’esser viva” ma era morta perché le sue opere non erano compiute dinanzi a Dio e quindi avrebbe dovuto pentirsi altrimenti “sarebbe venuto come un ladro” a loro disfatta e distruzione. Quindi Sardi e Tiatira sono congregazioni ben poco lodevoli. Tuttavia Egli dice che c’erano alcune persone che non avevano contaminato i loro mantelli. Qual è il significato di questa espressione e com’era possibile far parte di una tale congregazione rimanendo incontaminati?

Ebbene, essi non avevano quell’insegnamento, cioè non si erano invischiati in certe pratiche oppure non si erano lasciati avvincere dal lassismo dilagante. Il colore bianco significa purezza, assenza di peccato, e questo include senz’altro gli sforzi che essi avranno fatto, nei limiti della loro conoscenza, pur di mantenere una coscienza pura davanti al Signore. Anche ipotizzando un numero molto esiguo, rimane il fatto che alcuni saranno riusciti a non contaminare le proprie vesti in mezzo a delle congregazioni davvero difficili. Sembrerebbe dunque che non è l’appartenenza in sé ad una organizzazione a renderci contaminati ma la misura in cui siamo invischiati in certe pratiche. Questo, almeno, è quanto riusciamo a comprendere alla luce della conoscenza attuale.

Degli stessi suggellati descritti nel libro di Ezechiele si dice che “sospirano e gemono per le cose detestabili che si fanno in Gerusalemme”, non che non facessero parte loro stessi di Gerusalemme o che non fossero di religione ebraica (religione che si era enormemente sviata dall’insegnamento originale) (Ezechiele 9:4). Quindi si tratta evidentemente di una questione di coinvolgimento personale e condizione di cuore.

A prescindere dall’organizzazione di cui facciamo parte, quanto siamo invischiati in pratiche antiscritturali o offensive dal punto di vista di Dio, cosa che macchierebbe senz’altro i nostri abiti?

È chiaro che alcuni cristiani sinceri e sensibili non potranno fare a meno di abbandonare la propria organizzazione religiosa per sperare di riuscire a fare la volontà di Dio, ma anche nella “congregazione migliore” si dovrà fare comunque attenzione a non farla diventare oggetto di culto perché anch’essa avrà qualcosa da farsi rimproverare. Può sembrare un discorso difficile ma alla fine si riassume in poche parole: ognuno, singolarmente, renderà conto a Dio. – Romani 14:10

Se amiamo davvero Dio faremo tutto il possibile per adeguare le nostre credenze e pratiche alla Sua Parola finché la vera adorazione non sarà ripristinata e sarà di nuovo chiaro “chi serve Dio da chi non lo serve” anche perché a quel punto sarà chiaro qual è l’unica organizzazione religiosa approvata da Dio. – Malachia 3:17, 18; Rivelazione 12:1, 13, 14

Se le dieci vergini, dunque, rappresentano i cristiani sinceri sparsi in varie congregazioni, vediamo come cambia il nostro intendimento anche in riferimento al precedente articolo.

Notiamo che le vergini stolte sono pur sempre vergini. Non sono stolte perché perdono la loro verginità, così come accade sicuramente per tutti coloro che si sono sporcati con varie pratiche antiscritturali descritte in Rivelazione, ma perché non portano con se l’olio in un momento cruciale.

Cos’è l’olio? Nella Bibbia, l'olio è messa in relazione con l'abbondanza, la piacevolezza, l'amorevole disciplina, qualcosa che il saggio apprezza e lo stolto disprezza. In particolare l’olio è associato al riconoscerne il valore e chi ne riconosce il valore ne nutre il desiderio. Le vergini stolte non sono tali in quanto "addormentate" (perché si sono addormentate tutte) ma perché non hanno più olio. Forse hanno perso il loro desiderio di comprendere davvero la Parola di Dio e non credono (o non credono più) che Dio interverrà sugli affari di questo mondo (Sofonia 1:12) Forse l’hanno letta e studiata in passato ma a distanza di anni, vedendo che ciò che credevano non si è avverato, non provano più piacere in Essa. Non considerano più questo olio un balsamo curativo.

Ovviamente l’olio non ha a che vedere con l’unzione dello Spirito Santo perché sappiamo che non siamo noi a decidere se ricevere quest’unzione o meno ed inoltre l’episodio riguarda l’arrivo dello Sposo, ovvero il momento in cui la vera adorazione viene ripristinata. Lo studio ci consente di capire che non ci sono “unti” prima del ripristino della vera adorazione. Quindi mentre la lampada identifica chiaramente la Parola di Dio (salmo 119:105), l’olio, ovvero l’elemento che permetterebbe di illuminare tale lampada, rappresenta il nostro studio profondo e accurato e anche il desiderio di comprenderla (Proverbi 2:1-5). Questo spiega anche in maniera molto semplice perché tutti coloro che si professano cristiani riceveranno un giudizio: tutti hanno a disposizione questa lampada. – confronta Giovanni 3:19

Ora notiamo che tutte le vergini si addormentano. Esse “andarono incontro allo sposo”, quindi possiamo dire che hanno fatto questo con sincerità e con il mezzo giusto: la Parola di Dio.

Inizialmente la lampada è accesa per tutte: tutte la studiano (parliamo sempre dei cristiani sinceri sparsi in tutto il mondo e in varie organizzazioni; i lupi non c’entrano nulla in questa parabola) e desiderano davvero, in tutti i modi, vedere l’arrivo dello Sposo. Il tempo passa e ne passa davvero tanto… infatti sono quasi 2000 anni che lo Sposo “ritarda”. In questo periodo di tempo, forse anche scoraggiate da tutte le teorie discordanti che girano in merito all’arrivo di questo Sposo, si addormentano. Il Signore non le rimprovera per questo forse riconoscendo implicitamente questa debolezza umana. – confronta Matteo 26:40, 41; Ebrei 12:1

Comunque non tutte hanno dell’olio di riserva. Come abbiamo detto ad un certo punto “forse hanno perso (o esaurito) il loro desiderio di comprendere davvero la Parola di Dio e non credono (o non credono più) che Dio interverrà sugli affari di questo mondo”. Notare che stiamo sempre parlando delle vergini, quindi le pecore: i lupi non ci hanno evidentemente mai creduto e per loro l’arrivo dello Sposo non sarebbe certo un motivo di gioia.

Quindi da un lato hanno continuato a mantenersi vergini, cioè non si sono mai invischiate in certe pratiche disapprovate, ma nello stesso tempo hanno perso la cosa più importante: la fede nella Parola di Dio (Ebrei 3:12-15). In effetti le vergini rimaste senza olio non vengono chiamate “malvagie” ma “stolte”, perché alla fine tutti i loro sforzi non saranno serviti a nulla. – 1 Corinti 9:24; Ebrei 12:17

Come accadrà questo? Da quello che abbiamo imparato i 144.000 saranno presto impegnati a ripristinare la vera adorazione attraverso la loro opera di predicazione. Come reagiranno le varie organizzazioni religiose? Beh, c’è da aspettarsi che i lupi non accetteranno di buon grado la perdita della loro autorità e quindi è molto probabile che essi saranno in prima linea a fomentare l’odio contro queste persone (confronta Matteo 24:9, 10) Quello sarà anche il momento in cui ognuno mostrerà di che pasta è fatto e quali cose gli staranno più a cuore. Molti inciamperanno e si odieranno gli uni gli altri… e adesso comprendiamo più pienamente perché “l’inciampo” viene messo in relazione all’opera di predicazione. La loro reazione alla predicazione della buona notizia li smaschererà.

Comunque se abbiamo detto che all’interno di svariate organizzazioni devono trovarsi le pecore, esse non si comporteranno come lupi, non è vero? Forse non saranno tra coloro che odieranno questi predicatori… ma li riconosceranno? Riusciranno a capire che sono loro quelli scelti da Geova per ripristinare la vera adorazione o li scambieranno per un’altra religione, una fra tante, magari un po’ strana? Questi predicatori sono evidentemente coloro che grideranno “Ecco lo sposo! Corretegli incontro!”, incoraggiando chiunque ad esaminare la propria lampada per vedere “se le cose stanno così”. – Atti 17:11; 2 Corinti 13:5

Possiamo dire che, mentre i lupi disubbidiranno volontariamente all’invito di sottomettersi al Cristo, (e da lì a poco saranno uniformati dal falso profeta) tutti gli altri ascolteranno di buon grado questa predicazione riconoscendo l’arrivo del Signore? No, perché una parte di queste vergini mostreranno tutta la loro stoltezza avendo esaurito ogni fiducia nel potere salvifico della Bibbia non vedendo alcuna necessità di studiarla. Non riconoscendo questo avvenimento (la predicazione degli eletti, le primizie di Dio) non saranno in grado di riconoscere l’arrivo dello Sposo. Quando il susseguirsi degli avvenimenti dimostrerà qual è il vero popolo di Dio ed esse capiranno d’aver fatto un errore cercando d’essere accolte dallo Sposo, per allora la porta sarà chiusa. Il Signore dirà loro “Vi dico la verità: Non vi conosco”. Forse queste donne per allora avranno perduto la propria verginità andando col falso profeta che, come abbiamo visto, svierà tutta la terra abitata spacciandosi per Dio. Questo è molto probabile perché non avendo più studiato la Bibbia, che avrebbe potuto proteggerle oltre che illuminarle, non avranno l’armatura adatta per sopravvivere (Efesini 5:11-20) Comunque sia, anche ammettendo che ciò non avvenga, il fatto di non essere state vigilanti pregiudicherà per sempre la possibilità di entrare alla festa nuziale. – Matteo 25:13

In conclusione dunque…

Questa parabola risulterà incomprensibile e piena di ambiguità per tutte le autoreferenziali religioni (cioè tutte), ovvero tutti coloro che si sono autoproclamati “popolo di Dio”. Per questi, le vergini stolte non possono essere altri che “falsi cristiani” preferibilmente presenti in altre organizzazioni. Comprendendo invece che al presente non c’è alcuna organizzazione di Dio sulla terra, è facile concludere che le vergini sono singoli cristiani, sparsi o imprigionati in varie organizzazioni, che davvero si sforzano (o si sono sforzati in passato) di conoscere Dio e che in qualche modo si sono mantenuti vergini in attesa dell’arrivo dello Sposo.

Anche tra questi comunque, singolo grano che non ha nulla a che vedere con l’uomo dell’illegalità, ci saranno molti che per allora non saranno semplicemente addormentati ma anche incapaci di riconoscerlo perché non si saranno mantenuti vigilanti, avendo perso la fede e la fiducia nella Parola di Dio a loro proprio danno. Questo avverrà durante la predicazione di coloro che avranno l’incarico di ripristinare la vera adorazione.

Non dobbiamo dunque confondere l’uomo dell’illegalità, ovvero coloro che propinano insegnamenti contrari alla Parola di Dio all’interno di queste organizzazioni, quindi molti di coloro che hanno la responsabilità dell’insegnamento, con i singoli credenti la qual condizione di cuore può essere molto diversa da individuo ad individuo. Il gregge di Dio è presente, anche se diviso e sotto l’autorità di oppressivi lupi, e così sarà fino al tempo della fine, in tutte queste organizzazioni. Una parte di questo gregge di Dio avrà perso la fede e non sarà trovato vigilante all’arrivo del Signore. – Luca 18:8

Chi possiede la Verità?

"Immediatamente i fratelli inviarono di notte Paolo e Sila a Berea, e questi, arrivati, andarono nella sinagoga dei giudei. Ora questi ultimi erano di mente più nobile di quelli di Tessalonica, poiché ricevettero la parola con la massima premura di mente, esaminando attentamente le Scritture ogni giorno per vedere se queste cose stavano così.” – Atti 17:10, 11

Stiamo continuando a ricevere la parola con la massima premura di mente? Questa domanda potrebbe sembrare scontata dal momento che tutti i testimoni di Geova sono incoraggiati a studiare le Scritture con costanza .Come accade spesso tra esseri umani, però, potremmo aver cominciato a prendere tante cose per scontate. Anche le espressioni che usiamo di solito lasciano intendere che a volte consideriamo la "verità" qualcosa che si può possedere o meno. Come un oggetto.

Per molti fratelli, inutile a dirlo, "la verità" sono un gruppo di persone, un edificio o un'organizzazione. Tant'è vero che se provi a contestare una dottrina, anche se lo fai con la parola di Dio, rischi d'essere additato come ribelle se non addirittura apostata. Parlando anche di critiche legittime (perché esistono tante critiche illegittime, è evidente) molti fratelli diranno "Questa è la verità!". Forse tutti noi, quando abbiamo iniziato a studiare la Bibbia, ci siamo sentiti un po' come i bereani vedendo come la nostra curiosità ci spingeva a fare domande e cercare le risposte nelle Scritture. Molti di noi sono rimasti sorpresi nello scoprire che molte dottrine della cristianità erano semplicemente false. Quindi siamo stati bereani, almeno per un po'. Siamo ancora come eravamo un tempo o forse, dopo un po', ci siamo abituati a prendere tutto per oro colato, avendo azzerato ogni spirito critico, ogni domanda, ogni riflessione, ogni dubbio? È possibile che la paura di essere etichettati come "ribelli" abbia preso il sopravvento sulla nostra curiosità? È possibile che noi, mentre ci vantavamo di essere "bereani", siamo diventati più duri d'orecchi degli altri?

Nella storia d'Israele abbiamo tanti esempi di persone di fuori (cioè non israeliti) che si sono dimostrati più umili e più ricettivi di tante persone appartenenti al popolo di Dio. Ed è proprio questo il problema. Pensiamo, spesso e volentieri, che la verità sia qualcosa che si possiede. Una volta che ce l'hai, ce l'hai. Gli scribi e i farisei si vantavano d'avere il Tempio e del loro padre Abraamo. – Confronta Matteo 3:8, 9

Ci sarebbe tanto da dire, ovviamente, senza nascondere limiti ed errori, ma il punto che si vuole mettere in risalto è che la "verità" è la Parola di Dio. – Giovanni 17:17

Proviamo a rileggere questa frase: la verità è la Parola di Dio.

Questo significa che non è e non può essere un'organizzazione e neppure un gruppo di persone. Un'organizzazione può essere definita "la verità" nella misura in cui aderisce alla Parola di Dio. E non è una bestemmia asserire che la Società (Watchtower) ha aderito a volte in misura maggiore e a volte in misura minore alla Parola di Dio. Quando si parlò del 1975, ad esempio (se ne potrebbero fare altri di esempi), dal momento che ormai è scontato che quella non fosse la volontà di Dio, questa società, più volte benedetta in passato a motivo della propria ubbidienza, non aderì, almeno in una certa misura, alla Parola di Dio.

Oppure no? Oppure vogliamo dire che "fu Dio a mettere alla prova i fedeli"? Questo sarebbe un esempio eclatante di come possiamo considerare la verità qualcosa che si possiede.

Se riusciamo veramente a comprendere che la verità è la Parola di Dio, non dovrebbe succedere che davanti ad un insegnamento biblico chiaro (o più o meno chiaro, da approfondire) ci limitiamo a dire "Vediamo cosa dice la Società" oppure adeguando una frase del Signore o un versetto biblico qualsiasi a quello che crediamo di sapere. Oppure cerchiamo ogni "accezione" al versetto, ogni frase ambigua, ogni commentario che in qualche modo vada a confermare quello che crediamo di sapere (basta fare un carrellata di tutto quello che è stato detto in merito alla "generazione" pur di cercare di confermare una visione preconcetta. Visione che continua tutt'ora). Dovrebbe avvenire proprio il contrario. Siamo noi a dover fare ricerche con la Bibbia, dal momento che la Bibbia è stata scritta per tutti noi. – Proverbi 2:1-6

Se dovessimo scoprire un insegnamento nuovo, fosse anche qualcosa che va palesemente contro l'insegnamento ufficiale, cosa succederebbe mai? Felici noi se Geova ci ha concesso di comprendere la Sua Parola in misura maggiore!

Ma come potrà mai concederci di comprendere la Sua Parola se abbiamo già tutte le risposte? Se non ci mettiamo mai in discussione? (Matteo 11:25, 26) Non è sufficiente fare migliaia di ricerche se le pubblicazioni a cui ci rifacciamo non faranno altro che rimarcare sempre lo stesso intendimento. Abbiamo bisogno di una Fonte affidabile e veramente neutrale. L'unica fonte veramente affidabile è la Bibbia. – 2 Timoteo 3:16, 17

Quindi, non è un gioco di parole: solo la Bibbia può spiegare la Bibbia.

Per alcuni non ubbidire ciecamente alle direttive e alle dottrine del Corpo Direttivo significa mancanza di lealtà ma la nostra totale lealtà va rivolta alla Parola di Dio e non ad una organizzazione umana per quanto meritoria e benintenzionata sia.

Qualcuno pensa davvero che l’Onnipotente Dio abbia bisogno di noi o della nostra organizzazione? Quanto sarebbe problematico, per Dio, sostituirci con un’altra organizzazione domani stesso? – Confronta Luca 19:40

Se riusciamo a toglierci dalla testa che la “verità” sia un qualcosa che si possiede, continuiamo a studiare la Bibbia, rimettiamoci in discussione e chiediamo aiuto a Colui che può darci vera conoscenza e intendimento. (Proverbi 2:6; Giacomo 1:5) Dimostriamo di essere ancora bereani con i fatti e non solo a parole.

Leggi l'articolo originale in questa pagina: comprendere-lidentita-delle-10-vergini
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Lettura consigliata
Esaminiamo le nostre credenze:

l'esistenza di Dio

Se si chiede ad un cristiano, ed in particolare a un Testimone di Geova, di fornire una prova dell'esistenza di Dio, ci sono grandi probabilità che citi il quarto versetto del terzo capitolo della lettera agli Ebrei, "Ogni casa è costruita da qualcuno, ma chi ha costruito ogni cosa è Dio".

Se il ragionamento è corretto, dal nulla non si è generato nulla bensì ogni cosa è presente sulla terra per via della volontà di un progettista, bisogna tuttavia capire che Paolo non stava cercando di argomentare sull'esistenza di un Creatore. Si stava rivolgendo ai suoi compagni cristiani, oltre che ebrei, che certamente non dubitavano del fatto che l'universo fu governato da un essere potente alla base di tutto. Inoltre, nell'antichità il problema non era affatto la non-credenza in Dio ma piuttosto l'inverso: si aveva tendenza a credere in una moltitudine di divinità. D'altronde, Paolo, in un'occasione, rimarcò che era stato fatto un altare dedicato ad un dio sconosciuto, sicuramente per timore di dimenticare di adorare una divinità.

(Proseguire)
Acalia & Marta
Parabole per i nostri giorni (prima parte)
Carl-Bloch-Sermon-on-the-Mount
Cos'hanno da dirci le parabole di Gesù? Hanno relazione coi nostri giorni? Per prima cosa dobbiamo identificarle e comprendere quali di esse hanno un risvolto profetico. Per fare un esempio contrario, la parabola del figlio prodigo contiene un grandissimo insegnamento per noi ma non è profetica, non annuncia nessun avvenimento! Come facciamo dunque a distinguere i tipi di parabole? Come al solito, è molto semplice: ci atterremo a ciò che disse Gesù Cristo stesso, senza aggiungere né togliere. Limiteremo le interpretazioni ai soli elementi che si possono evincere direttamente dai racconti o da altri particolari scritti e attinenti. Per il resto ci accontenteremo volentieri della risposta del Signore: "Non sta a voi acquistar conoscenza dei tempi o delle stagioni che il Padre ha posto nella propria autorità”. – Atti 1:7
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