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Cibo per i Testimoni di Geova riflessivi
“‘Ma in quanto a te, tu continui a cercare grandi cose per te stesso. Non continuare a cercare. Poiché, ecco, io farò venire la calamità su ogni carne’, è l’espressione di Geova, ‘e certamente ti darò la tua anima come spoglia in tutti i luoghi nei quali andrai’”
Importante: Questo sito non pretende di possedere la verità. Il lettore dovrebbe essere in grado di usare discernimento, esaminando attentamente le Scritture per vedere se queste cose sono così. (Atti 17:11)
Acalia & Marta
Chi compone l'Israele di Dio?
I 144'000, come abbiamo visto, sono un gruppo di uomini e donne scelti da Dio per regnare con Cristo Gesù in cielo. Non rappresentano tutto l'Israele di Dio ma solo una parte. Da chi è composto dunque l'"Israele di Dio"? (Galati 6:16) Risponderemo pure ad altre domande: Che relazione c'è fra il "piccolo gregge", le "altre pecore" e la "grande folla"? (Luca 12:32; Giovanni 10:16; Rivelazione 7:9) Nel I secolo tutti i cristiani facevano parte dei 144'000? Esistono ancora oggi componenti dei 144'000?

L'Israele di Dio
Perché possiamo affermare che l'Israele di Dio corrisponde a tutti i leali adoratori di Geova dal tempo di Gesù? L'apostolo Paolo lo spiega chiaramente nella sua lettera ai Romani. Siete invitati a leggerne accuratamente i capitoli da 9 a 11. Qui l'apostolo spiega che "non tutti quelli che sorgono da Israele sono realmente "Israele"" (Romani 9:6). Poco prima aveva infatti scritto: "Non è giudeo colui che lo è di fuori […] ma è giudeo colui che lo è di dentro" (Romani 2:28, 29). Quindi si può essere "israelita" anche simbolicamente.
Gesù parlò "di quelli che dicono di essere essi stessi giudei e non lo sono" (Rivelazione 2:9). Stava mettendo in dubbio l'essere ebrei naturali di costoro? No; avrebbero facilmente potuto dimostrare di essere giudei discendenti carnali di Abraamo. Ma Gesù ribadisce: "Dicono d'esser giudei e non lo sono ma mentono" (Rivelazione 3:9). Decenni prima, a coloro che si dichiaravano figli di Abraamo aveva anche detto: "Voi siete dal padre vostro il Diavolo e desiderate compiere i desideri del padre vostro. Egli fu un omicida quando cominciò, e non si attenne alla verità, perché in lui non c'è verità. Quando dice la menzogna, parla secondo la propria disposizione, perché è un bugiardo e il padre della menzogna" (Giovanni 8:39, 44). Evidentemente, in senso simbolico, Gesù chiama 'giudeo' l'adoratore di Geova.
Ricollegandoci all'apostolo Paolo, egli scrisse: "Sicuramente sapete che coloro che aderiscono alla fede, quelli sono figli di Abraamo […] Non c'è né giudeo né greco, non c'è né schiavo né libero, non c'è né maschio né femmina […] se appartenete a Cristo, siete realmente seme di Abraamo, eredi secondo la promessa" (Galati 3:7, 28, 29). Indubbiamente, perciò, parlando in termini "cristiani", l'israelita, chi appartiene all'Israele di Dio, è generalmente un leale adoratore di Geova, indipendentemente dalla sua nazionalità fisica.
Nel capitolo 11 della lettera ai Romani, l'apostolo fa l'eccellente illustrazione dell'olivo coltivato e dell'olivo selvatico innestato in esso applicandola agli ebrei naturali e ai gentili. Quindi dice: "Non voglio, fratelli, che ignoriate questo sacro segreto, affinché non siate discreti ai vostri occhi: che un intorpidimento della sensibilità è avvenuto in parte a Israele finché non sia entrato il numero completo delle persone delle nazioni, e in questa maniera tutto Israele sarà salvato" (Romani 11:25, 26). Paolo dice chiaramente "tutto Israele sarà salvato" mentre sta parlando di "persone delle nazioni": anche queste, quindi, sono incluse in "Israele".
Il “piccolo gregge”
"Tutto Israele sarà salvato" nel senso che andrà dopo la morte in cielo a regnare con Cristo? Questo è l'intendimento attuale dei testimoni di Geova. Ma non trova riscontro nelle Scritture. Chi regna con Cristo viene preso "da ogni tribù dei figli di Israele" e regna sulle "dodici tribù di Israele" (Rivelazione 7:4; Matteo 19:28). Queste scritture sono molto chiare al riguardo.
Quindi chi regna con Cristo? Lo leggiamo direttamente dalle parole di Gesù: "Non aver timore, piccolo gregge, perché il Padre vostro ha approvato di darvi il regno" (Luca 12:32). Geova decide di dare il regno a certe pecore di Cristo, un piccolo numero d'esse. Nella Rivelazione viene detto che sono 144'000. A Daniele fu detto che "i santi del Supremo riceveranno il regno" (Daniele 7:18, 27). Fra questi santi ci sono sicuramente gli apostoli e altri adoratori di Geova del I secolo, come pure Paolo e Timoteo (2 Timoteo 2:12; Matteo 19:28; Rivelazione 3:21). Ma ce ne sono anche altri! "Tu [Gesù] fosti scannato e col tuo sangue comprasti a Dio persone di ogni tribù e lingua e popolo e nazione, e le hai fatte essere un regno e sacerdoti al nostro Dio, ed esse regneranno sulla terra" (Rivelazione 5:9, 10). Chi abiterà quindi la terra? "Le dodici tribù di Israele" (Luca 22:28-30).
La "grande folla"
A differenza del numero preciso dei coeredi di Cristo, la grande folla è innumerevole (Rivelazione 7:9). "Uno degli anziani" spiegò all'apostolo Giovanni l'identità della grande folla dicendo: "Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione" (Rivelazione 7:13, 14). Chi viene dalla grande tribolazione? La risposta si trova nei capitoli 24 e 25 di Matteo. Gesù Cristo additò un periodo di "grande tribolazione" (si può dimostrare che la "grande tribolazione" è un periodo di tempo ancora futuro che culminerà con la distruzione del sistema satanico e l'inizio del regno di Dio sulla terra), e aggiunge: "A meno che quei giorni non fossero abbreviati, nessuna carne sarebbe salvata; ma a motivo degli eletti quei giorni saranno abbreviati" (Matteo 24:21, 22). Notiamo che qui Gesù distingue la "carne salvata", cioè esseri umani salvati, dagli "eletti". Chi sono questi ultimi? L'apostolo Pietro parla di “chiamata" ed “elezione", accostando i due concetti (2 Pietro 1:10). A questo riguardo vediamo cosa disse l'apostolo Paolo: "Quelli ai quali [Dio] diede il suo primo riconoscimento ha anche preordinato ad essere modellati secondo l'immagine del Figlio suo, affinché sia il primogenito tra molti fratelli. Inoltre, quelli che ha preordinati sono quelli che ha anche chiamati" (Romani 8:29, 30). Notiamo come i seguenti termini sono usati secondo il medesimo significato: "eletti", "chiamati", "preordinati", "fratelli" di Cristo (Ebrei 2:11).
Perché ci interessa poter accostare il termine "eletti" a "fratelli"? Leggiamo le seguenti parole di Gesù: "Immediatamente dopo la tribolazione di quei giorni […] tutte le tribù della terra si percuoteranno con lamenti, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi del cielo con potenza e gran gloria. Ed egli manderà i suoi angeli con gran suono di tromba, e raduneranno i suoi eletti […] Quando il Figlio dell'uomo sarà arrivato nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, sederà quindi sul suo glorioso trono. E tutte le nazioni saranno radunate dinanzi a lui, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri. E metterà le pecore alla sua destra, ma i capri alla sua sinistra" (Matteo 24:29-31; 25:31-33). Gli eletti di Cristo vengono radunati "immediatamente dopo la tribolazione di quei giorni" (forse si intende dopo l'inizio, cioè durante la grande tribolazione; ma questo particolare non è fondamentale per il nostro discorso ora). Contestualmente, o subito dopo, vengono radunate da Cristo "tutte le nazioni" e i singoli vengono giudicati come pecore o come capri. Sia gli eletti che le pecore sono persone che adorano lealmente Geova, ma hanno un destino diverso: gli "eletti" vanno a regnare con Gesù in cielo (si noti Rivelazione 7:3, 4, dove i "suggellati" vengono scelti, timbrati, prima della fine del sistema satanico, e non dopo la grande tribolazione, a differenza della "grande folla") e le "pecore" ricevono la vita eterna sulla terra sotto il Regno di Dio. "[Gesù] dirà a quelli alla sua destra [le pecore]: 'Venite, voi che siete stati benedetti dal Padre mio, ereditate il regno' […] I giusti [le pecore, andranno] alla vita eterna" (Matteo 25:34, 46). Veniamo al punto: qual è la base per il giudizio delle pecore? Gesù lo spiega: l'aver servito, aiutato, sostenuto, i suoi "fratelli" (Matteo 25:34-40; confronta Marco 9:41, dove ancora una volta si evidenzia una differenza fra chi appartiene a Cristo e chi lo sostiene).
Chi esce vivo, salvo, dalla grande tribolazione? Secondo la visione di Giovanni è la "grande folla". Ma chi supera la grande tribolazione viene identificato anche come "pecora" da Gesù. Perciò la "grande folla" corrisponde alle "pecore" di Cristo che ricevono la vita eterna sulla terra sotto il Regno di Dio. Cos'altro sappiamo dei componenti della grande folla? Che provengono da "ogni nazione", che vengono visti "in piedi dinanzi al trono [di Dio] e dinanzi all'Agnello", che sono "vestiti di lunghe vesti bianche" e che "nelle loro mani c'erano rami di palme". Inoltre attribuiscono a Dio, che chiamano "nostro Dio", e al suo Cristo la loro salvezza. Sappiamo che "hanno lavato le loro lunghe vesti e le hanno rese bianche nel sangue dell'Agnello" e che "rendono sacro servizio [a Dio] giorno e notte nel suo tempio" (Rivelazione 7:9, 10, 14, 15). Pertanto i componenti della grande folla adorano, servono, consapevolmente Geova e lo reputano loro Dio. Inoltre sono grati a Cristo per il valore espiatorio del suo sangue (Efesini 1:7; Ebrei 9:14). Quindi non sono approfittatori che, volendo usare una metafora, all'ultimo momento vogliono entrare nell'arca per essere salvati; sono piuttosto persone che hanno una sincera fede (Giovanni 3:16).
C'è un'obiezione. La grande folla è "in piedi dinanzi al trono [di Dio] e dinanzi all'Agnello": significa questo che si trova in cielo? No. Da cosa lo comprendiamo? Potremmo fare un esempio. Se accusassimo qualcuno di un reato e gli dicessimo: "Ti porterò dinanzi alla Legge", significa che lo porteremo dove? Lo porteremo dal Legislatore del nostro paese? No. Più semplicemente intendiamo dire che lo portiamo in tribunale, dove la legge vige e viene applicata e fatta rispettare. Oppure, possiamo dire che il governo del nostro paese è anche nella nostra città? Sì, anche se la capitale del governo si trova altrove, il governo fa sentire la sua presenza anche nella nostra città. Quindi essere "dinanzi al trono" non significa necessariamente essere nello stesso luogo dov'è il trono, cioè in cielo. Abbiamo visto come Gesù parlando del giudizio finale dice che "tutte le nazioni saranno radunate dinanzi a lui" (Matteo 25:32). Significa che "tutte le nazioni", inclusi i capri, andranno in cielo? Evidentemente no. "Tutte le nazioni" saranno dinanzi a Cristo, l'Agnello, per essere giudicate, e saranno appunto sottoposte alla sua volontà, sentendone quindi gli effetti. Possiamo aggiungere un altro esempio. Cornelio, il primo componente delle "altre pecore", disse all'apostolo Pietro: "Adesso siamo dunque tutti presenti dinanzi a Dio per udire tutte le cose che Geova ti ha comandato di dire". Cornelio e i suoi parenti insieme a Pietro erano forse in cielo? No, erano a "casa"! (Atti 10:22, 33). Allora in che senso Cornelio disse che erano tutti "dinanzi a Dio"? Nel senso che erano pronti a recepire la Sua parola ed erano pronti a fare la Sua volontà. Cosa possiamo aggiungere? Notiamo che i componenti della grande folla sono "in piedi". Cosa significa? Che sono approvati da Dio. Infatti lo notiamo comprendendo il senso di Luca 21:36 e Rivelazione 6:17. Volendo approfondire ulteriormente, possiamo notare come l'espressione greca originale tradotta "dinanzi" (enòpion) si possa tradurre letteralmente "alla vista; alla presenza". Quindi l'anziano dice a Giovanni che i componenti della grande folla sono "alla vista" di Dio, il quale guarda ed esamina gli uomini sulla terra dal suo trono nei cieli (Salmo 11:4).
Dei componenti della grande folla viene detto che "rendono sacro servizio [a Dio] giorno e notte nel suo tempio". Può avvenire sulla terra questo nei nostri giorni? Sì, ed era stato profetizzato nell'antichità! È detto che "nella parte finale dei giorni" il monte della casa di Geova sarebbe stato "innalzato" e che in questa "casa di Geova", o tempio, vi sarebbe stato un radunamento di persone di "tutte le nazioni" (Isaia 2:1-4; Michea 4:1-4). Queste sono visioni necessariamente terrene.
C'è un'altra prova per dimostrare che la grande folla si troverà sulla terra e vivrà per sempre su di essa? Leggiamo questa parte: "Colui che siede sul trono [cioè Dio] spiegherà su di loro la sua tenda. Non avranno più fame né sete, né li colpirà più il sole né ardore alcuno, perché l'Agnello, che è in mezzo al trono, li pascerà e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi" (Rivelazione 7:15-17). Gesù Cristo è il pastore della grande folla. Questo è un paragone notevole: egli stesso si assomigliò a un pastore che divide le pecore dai capri al culmine della grande tribolazione. Inoltre Cristo guida la grande folla alle "acque della vita", che producono vegetazione "per la guarigione delle nazioni" (Rivelazione 22:1, 2). In cielo ci sono le nazioni? O queste sono un elemento tipico della società umana? Sicuramente. E questo è un altro indizio che ci dice che la grande folla è e rimane sulla terra. Inoltre leggiamo che Dio spiega la sua tenda sui componenti della grande folla e asciuga le lacrime dai loro occhi. Queste espressioni sono del tutto simili e parallele alle seguenti: "Ecco, la tenda di Dio è col genere umano ed egli risiederà con loro, ed essi saranno suoi popoli. E Dio stesso sarà con loro. Ed egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e la morte non ci sarà più, né ci sarà più cordoglio né grido né dolore. Le cose precedenti sono passate" (Rivelazione 21:3, 4). Notiamo che viene detto esplicitamente che la tenda di Dio è col genere umano, con gli esseri umani; che la morte non ci sarà più, al contrario di prima che c'era (in cielo non c'è mai stata la morte invece). L'asciugare le lacrime ci porta alla mente un'altra scrittura tipica che dice: "Egli effettivamente inghiottirà la morte per sempre, e il Sovrano Signore Geova certamente asciugherà le lacrime da ogni faccia. E toglierà il biasimo del suo popolo da tutta la terra" (Isaia 25:6-8). I riferimenti alla terra e all'umanità sono espliciti e illuminanti.
Nel I secolo erano tutti "eletti"?
Dopo aver dimostrato ampiamente come "l'Israele di Dio" sia composto da tutti gli adoratori di Geova dal tempo di Cristo, e che i suoi componenti simili a "pecore" hanno due speranze di vita diverse, cioè il "piccolo gregge" in cielo a regnare con Gesù e la "grande folla" a vivere per sempre sulla terra, ci chiediamo se nel I secolo, come sostengono attualmente i testimoni di Geova, tutti i cristiani fossero appartenenti al "piccolo gregge", ai "144'000", o no. Ecco cosa dice la Torre di Guardia:
I 144'000 cristiani unti non furono scelti tutti nel I° secolo. La loro chiamata si protrasse per tutto il periodo apostolico e poi a quanto pare rallentò. Comunque proseguì in tutti i secoli successivi, sino ai nostri giorni. – Torre di Guardia 15 gennaio 2008 pag. 22 par. 13
In particolare questo è quello che sostiene, seppur con cautela, riguardo al I secolo:
Geova iniziò a scegliere gli unti dopo la morte e la risurrezione di Gesù, e pare che tutti i componenti della congregazione cristiana del I secolo fossero unti. – Torre di Guardia gennaio 2016 pag. 26 par. 15
È proprio così? A noi sembra che non si possa dimostrare che nel I secolo tutti gli adoratori di Geova facessero parte dei 144'000. Anzi, alcuni indizi fanno pensare il contrario. Notiamo che Gesù disse: "E ho [già] altre pecore" (Giovanni 10:16). Gesù, in vita sulla terra, già sapeva di avere altre pecore e della necessità di radunarle, infatti usa il tempo presente del verbo. Si noti il contrasto con quest'altra dichiarazione: "Quando il Figlio dell'uomo sederà sul suo glorioso trono, anche voi che mi avete seguito [finora] sederete [in futuro] su dodici troni, giudicando le dodici tribù d'Israele" (Matteo 19:28). In questo caso Gesù, con piena proprietà di linguaggio, dice che il tempo in cui i suoi eletti avrebbero giudicato l'umanità sarebbe stato futuro.
Un altro indizio lo troviamo nelle resurrezioni narrate dopo la risurrezione di Cristo. Ci sono almeno due esempi, Tabita ed Eutico. Secondo il ragionamento di Paolo, se questi due fossero stati del "piccolo gregge", dei 144'000, scelti per regnare con Cristo in cielo, avrebbero 'preferito' rimanere morti, e mentre precedentemente erano in vita avrebbero 'desiderato ardemente' morire (2 Corinti 5:1-8). Nel caso di questi due la risurrezione sarebbe stata una disgrazia! Ma non è quello che avvenne. (Si consideri ciò che dice correttamente questa pubblicazione dei testimoni di Geova: "Quelli che regneranno con Cristo nel suo Regno celeste devono similmente essere battezzati nella morte (Marco 10:37-40; Colossesi 2:12). Alla loro morte abbandonano per sempre la loro vita umana, come fece Gesù. E alla loro risurrezione si uniscono a lui nel governo celeste. Questo battesimo non viene eseguito da qualche uomo, ma da Dio tramite il suo Figlio celeste" – Uniti nell'adorazione del solo vero Dio p. 98 par. 7) Perciò costoro, come sicuramente molti altri, furono risorti perché avevano la speranza di vivere per sempre, sì, ma in un corpo carnale. E come loro c'è da credere che anche altri avessero questa speranza.
Un'altra indicazione interessante si trova nell'intestazione della prima lettera canonica ai corinti: "Paolo, chiamato ad essere apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e Sostene nostro fratello alla congregazione di Dio che è a Corinto, a voi che siete stati santificati unitamente a Cristo Gesù, chiamati ad essere santi, insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del nostro Signore, Gesù Cristo, Signore loro e nostro" (1 Corinti 1:1, 2). Risulta abbastanza evidente che nella congregazione ci fossero "santi" insieme ad altri discepoli di Cristo. È notevole che Paolo fa specificamente questa distinzione: "Signore loro e nostro". Questo particolare ci fa venire in mente il "solo gregge" che ha un "solo pastore", dove non c'è alcuna distinzione fra "pecore", "altre pecore" e "piccolo gregge".
Esistono tuttora componenti dei "144'000"?
Sì, indubbiamente. Con questo articolo non ci occupiamo di stabilire chi sono i componenti odierni del "piccolo gregge" che regnerà con Cristo. Ma possiamo dire con certezza che tuttora esistono componenti dei 144'000 e ne esisteranno fino ad un certo punto dopo l'inizio della grande tribolazione. L'abbiamo letto chiaramente nelle parole di Gesù: "Immediatamente dopo la tribolazione [… Gesù] manderà i suoi angeli con gran suono di tromba, e raduneranno i suoi eletti" (Matteo 24:29-31). Secondo la versione di Marco, Gesù localizzò la raccolta dicendo: "[Gesù] radunerà i suoi eletti … dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo" (Marco 13:27). Forse da questo particolare possiamo intendere che Gesù radunerà il numero completo dei 144'000, sia quelli che sono già in cielo, in quanto morti tempo prima, che quelli ancora vivi sulla terra. (Si noti come in Rivelazione 6:9-11 quelli già morti e risorti in cielo vengono invitati ad attendere "finché fosse completo anche il numero dei loro compagni di schiavitù e dei loro fratelli" ancora vivi sulla terra). Poi vediamo che il radunamento finale avviene "con gran suono di tromba": a questo riguardo si confrontino i riferimenti simili in 1 Corinti 15:51, 52 e 1 Tessalonicesi 4:14-17.
Anche la parabola del grano e delle zizzanie risponde a questa domanda? Lo vedremo quando questa e altre parabole saranno prese in esame in un prossimo articolo.
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Lettura consigliata
Esaminiamo le nostre credenze:

l'esistenza di Dio

Se si chiede ad un cristiano, ed in particolare a un Testimone di Geova, di fornire una prova dell'esistenza di Dio, ci sono grandi probabilità che citi il quarto versetto del terzo capitolo della lettera agli Ebrei, "Ogni casa è costruita da qualcuno, ma chi ha costruito ogni cosa è Dio".

Se il ragionamento è corretto, dal nulla non si è generato nulla bensì ogni cosa è presente sulla terra per via della volontà di un progettista, bisogna tuttavia capire che Paolo non stava cercando di argomentare sull'esistenza di un Creatore. Si stava rivolgendo ai suoi compagni cristiani, oltre che ebrei, che certamente non dubitavano del fatto che l'universo fu governato da un essere potente alla base di tutto. Inoltre, nell'antichità il problema non era affatto la non-credenza in Dio ma piuttosto l'inverso: si aveva tendenza a credere in una moltitudine di divinità. D'altronde, Paolo, in un'occasione, rimarcò che era stato fatto un altare dedicato ad un dio sconosciuto, sicuramente per timore di dimenticare di adorare una divinità.

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Acalia & Marta
Parabole per i nostri giorni (prima parte)
Carl-Bloch-Sermon-on-the-Mount
Cos'hanno da dirci le parabole di Gesù? Hanno relazione coi nostri giorni? Per prima cosa dobbiamo identificarle e comprendere quali di esse hanno un risvolto profetico. Per fare un esempio contrario, la parabola del figlio prodigo contiene un grandissimo insegnamento per noi ma non è profetica, non annuncia nessun avvenimento! Come facciamo dunque a distinguere i tipi di parabole? Come al solito, è molto semplice: ci atterremo a ciò che disse Gesù Cristo stesso, senza aggiungere né togliere. Limiteremo le interpretazioni ai soli elementi che si possono evincere direttamente dai racconti o da altri particolari scritti e attinenti. Per il resto ci accontenteremo volentieri della risposta del Signore: "Non sta a voi acquistar conoscenza dei tempi o delle stagioni che il Padre ha posto nella propria autorità”. – Atti 1:7
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