BaruQ
Cibo per i Testimoni di Geova riflessivi
“‘Ma in quanto a te, tu continui a cercare grandi cose per te stesso. Non continuare a cercare. Poiché, ecco, io farò venire la calamità su ogni carne’, è l’espressione di Geova, ‘e certamente ti darò la tua anima come spoglia in tutti i luoghi nei quali andrai’”
Importante: Questo sito non pretende di possedere la verità. Il lettore dovrebbe essere in grado di usare discernimento, esaminando attentamente le Scritture per vedere se queste cose sono così. (Atti 17:11)
Meleti Vivlon - Beroean Pickets
Il ruolo delle donne
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“La tua brama sarà verso tuo marito, ed egli ti dominerà.” – Genesi 3:16

Abbiamo solo un'idea parziale del ruolo che la donna avrebbe dovuto ricoprire nella società umana perché il peccato ha distorto il rapporto tra i sessi. Riconoscendo come tratti maschili e femminili diverrebbero distorti a causa del peccato, Geova predisse il risultato in Genesi 3:16 e possiamo vedere la realizzazione di quelle parole in evidenza in tutto il mondo di oggi. In realtà, la dominazione degli uomini sulle donne è così pervasiva che spesso passa per la norma piuttosto che per l'aberrazione che realmente è.
Come il pensiero apostata infettò la congregazione cristiana, così ha fatto il pregiudizio maschile. La congregazione dei Testimoni di Geova vorrebbe portarci a pensare che essa sola capisce il corretto rapporto tra gli uomini e le donne che devono esistere nella congregazione cristiana. Purtroppo, la sua propria letteratura dimostra che non è così.

La retrocessione di Debora
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Il libro Perspicacia riconosce che Debora era una profetessa in Israele, ma non il suo ruolo distintivo come giudice. Dà questa distinzione a Barak. (Vedi it-1 p. 660)
Questo continua ad essere la nostra posizione come testimoniano questi estratti dalla Torre di Guardia del primo agosto 2015:
Quando la Bibbia presenta Debora per la prima volta, la definisce “una profetessa”. Tale titolo rende Debora una figura inusuale nella narrazione biblica, anche se non è l’unica ad averlo ricevuto. Debora aveva un’altra responsabilità: evidentemente dirimeva anche le controversie indicando la risposta di Geova ai problemi che si presentavano (Giudici 4:4, 5).
Debora dimorava nella regione montuosa di Efraim, fra le città di Betel e Rama. Lì sedeva sotto una palma e giudicava il popolo seguendo le istruzioni di Geova.
Sebbene la versione italiana della Torre di Guardia indica che Debora giudicava il popolo, la stessa rivista in altre lingue come quelle usate su questo sito (inglese, francese, spagnolo e portoghese) si accontenta di dire che ella serviva il popolo, come se l'autore non potesse nemmeno usare la parola che la Bibbia utilizza.
Ora Debora, una profetessa, moglie di Lappidot, giudicava in quel particolare tempo Israele. E dimorava sotto la palma di Debora fra Rama e Betel nella regione montagnosa di Efraim; e i figli d’Israele salivano a lei per il giudizio. – Giudici 4:4, 5
L'articolo continua assegnando a Barac il ruolo di primo piano, continuando la tradizione della Watchtower di assegnare il ruolo di giudice a Barac, anche se non è mai menzionato nelle Scritture come un giudice.
La incaricò di convocare un uomo di grande fede, il giudice Barac, e di incoraggiarlo a insorgere contro Sisera.
Discriminazione tra sessi nella traduzione
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In Romani 16:7, Paolo manda i suoi saluti a Andronico e Giunia che sono noti fra gli apostoli. Ora, Giunia in greco è un nome di donna. Deriva dal nome della dea pagana Giunone la quale le donne pregavano per aiutarle durante il parto. La Traduzione del Nuovo Mondo lascia intendere che si trattava di un uomo, scrivendo “sono uomini noti”. Giunia è comune nei testi e si riferisce sempre ad una donna [1].
Per essere corretto con i traduttori della TNM, questa operazione di cambiamento di sesso è effettuata nella maggior parte delle traduzioni della Bibbia. Perché? Si deve supporre che è dovuto al pregiudizio maschile. I dirigenti della Chiesa – tutti maschi -attraverso i secoli, non potevano digerire l'idea di un apostolo femminile.
[1] Una sola istanza del nome maschile è nota nella letteratura greca esistente. [torna]
Nota:
L'espressione usata da Paolo, οἵτινές εἰσιν ἐπίσημοι ἐν τοῖς ἀποστόλοις, è tradotta “che sono uomini noti fra gli apostoli”. Potrebbe anche significare che Andronico e Giunia erano apprezzati dagli apostoli. (Vedi “Perspicaccia” alla voce Giunia) Tuttavia, noti che la parola “uomini” usata nella Traduzione del Nuovo Mondo è un'aggiunta che non compare nel testo originale. Una traduzione più fedele sarebbe “che sono noti fra gli apostoli”. Baruq
Come Geova considera le donne
Un profeta è uno che parla sotto ispirazione. In altre parole, un essere umano che serve in qualità di portavoce di Dio o il suo canale di comunicazione. Che Geova abbia usato le donne in questo ruolo ci aiuta a vedere come egli vede le donne. Dovrebbe aiutare i maschi a regolare i loro pensieri, nonostante la distorsione che si insinua a causa del peccato che abbiamo ereditato da Adamo. Ecco alcuni dei profeti femminili che Geova ha utilizzato attraverso i secoli:
E Miriam, la profetessa, sorella di Aaronne, prendeva in mano un tamburello, e tutte le donne uscivano con lei con tamburelli e danze. – Esodo 15:20
Pertanto Ilchia il sacerdote e Aicam e Acbor e Safan e Asaia andarono da Ulda la profetessa moglie di Sallum figlio di Ticva figlio di Aras, il guardiano delle vesti, mentre essa dimorava a Gerusalemme nel secondo quartiere; e le parlavano. – 2 Re 22:14
Deborah era sia profeta e giudice in Israele. – Giudici 4:4, 5
Ora c’era Anna, una profetessa, figlia di Fanuel, della tribù di Aser (questa donna era molto avanti negli anni, e aveva vissuto col marito sette anni dopo la sua verginità). – Luca 2:36
Entrati nella casa di Filippo l’evangelizzatore, che era uno dei sette uomini, restammo con lui. Quest’uomo aveva quattro figlie, vergini, che profetizzavano. – Atti 21:8, 9
Perché è importante
L'importanza di questo ruolo è confermata dalle parole di Paolo:
E Dio ha posto i rispettivi [membri] nella congregazione, in primo luogo, apostoli; in secondo luogo, profeti; in terzo luogo, maestri; quindi opere potenti; quindi doni di guarigioni; soccorsi, capacità di dirigere, diverse lingue. – 1 Corinti 12:28
Ed egli diede alcuni come apostoli, alcuni come profeti, alcuni come evangelizzatori, alcuni come pastori e maestri. Efesini 4:11
Non si può fare a meno di notare che i profeti sono elencati in secondo posto, davanti a gli insegnanti, i pastori, e ben prima di quelli con capacità di dirigere.
Due passaggi controversi
Da quanto sopra, sembrerebbe evidente che le donne dovrebbero avere un ruolo stimato nella congregazione cristiana. Se Geova parlava attraverso di loro, inducendole a pronunciare espressioni ispirate, sembrerebbe incoerente avere una regola che richiede alle donne di rimanere in silenzio nella congregazione. Come potremmo presumere di mettere a tacere una persona attraverso la quale Geova ha scelto di parlare? Tale regola potrebbe sembrare logica nelle nostre società a prevalenza maschile, ma sarebbe chiaramente in conflitto con il punto di vista di Geova come abbiamo visto finora.
Detto questo, le seguenti due espressioni dell'apostolo Paolo sembrano totalmente in contrasto con quello che abbiamo imparato finora.
Come in tutte le congregazioni dei santi, le donne stiano in silenzio nelle congregazioni, poiché non è loro permesso di parlare, ma siano sottomesse, come dice anche la Legge. Se, dunque, vogliono imparare qualcosa, interroghino a casa i propri mariti, poiché è vergognoso per una donna parlare nella congregazione. – 1 Corinti 14:33-35
La donna impari in silenzio con piena sottomissione. Non permetto alla donna di insegnare né di esercitare autorità sull’uomo, ma stia in silenzio. Poiché Adamo fu formato per primo, poi Eva. E Adamo non fu ingannato, ma la donna fu completamente ingannata e si trovò in trasgressione. Comunque, essa sarà tenuta in salvo per mezzo del parto, purché rimangano in fede e amore e santificazione insieme a sanità di mente. 2 Timoteo 2:11-15
Non ci sono profeti oggi, anche se ci è stato detto di trattare il Corpo Direttivo come se fosse tale, vale a dire, il canale di comunicazione stabilito da Dio. Tuttavia, i giorni in cui qualcuno si alza in piedi nella congregazione e pronuncia le parole di Dio sotto ispirazione sono ormai lontani (che tornino in futuro, solo il tempo lo dirà). Tuttavia, quando Paolo scrisse queste parole c’erano profeti femminili nella congregazione. Che Paolo abbia inibito la voce dello spirito di Dio? Sembra molto improbabile.
Gli uomini che studiano la Bibbia usando un processo di interpretazione chiamato eisegesi, vale a dire il processo di interpretare un testo in modo che il lettore introduce le sue idee, di solito in modo suggestivo e in generale non supportato del testo stesso, hanno fatto uso di questi versetti per mettere a tacere la voce delle donne nella congregazione. Cerchiamo di essere diversi. Cerchiamo di avvicinarsi a questi versetti con umiltà, privi di preconcetti, e sforziamoci di discernere ciò che la Bibbia dice veramente.
Paolo risponde a una lettera
Prima, esaminiamo le parole di Paolo ai Corinti. Inizieremo con una domanda: perché Paolo scrisse questa lettera?
Gli hanno rivelato quelli della casa di Cloe che c’erano seri problemi nella congregazione di Corinto (1 Corinti 1:11). C'era un noto caso di fornicazione disgustoso che non era stato trattato (1 Corinti 5:1, 2). C’erano litigi, ed i fratelli portavano le loro dispute in tribunale (1 Corinti 1:11; 6:1-8). Si accorse del pericolo che gli “economi” della congregazione si considerino superiori ai loro compagni (1 Corinti 4:1, 2, 8, 14), che andassero oltre ciò che è scritto e diventano presuntuosi. – 1 Corinti 4:6, 7
Dopo averli consigliati su questi problemi, dichiara: “Ora circa le cose di cui mi scriveste …” (1 Corinti 7:1). Rimanendo consapevole della situazione nella congregazione, ora comincia a rispondere alle problematiche a proposito dei quali gli anziani di Corinto lo hanno interrogato.
È chiaro che i fratelli e le sorelle di Corinto avevano perso la loro visione per quanto riguarda la relativa importanza dei doni che erano stati concessi loro dallo spirito santo. Di conseguenza, molti stavano cercando di parlare contemporaneamente e c'era confusione nelle loro riunioni; un'atmosfera caotica prevaleva che potrebbe addirittura allontanare potenziali convertiti (1 Corinti 14:23). Paolo mostra loro che, mentre ci sono molti doni, v'è un solo spirito che li unisce (1 Corinii 12:1-11) e che, come nel corpo umano, anche il membro più insignificante è molto apprezzato (1 Corinti 12:12-26). L’apostolo trascorre tutto il capitolo 13 mostrando loro che i loro doni pregiati non sono niente in confronto alla qualità che tutti devono possedere: l’amore! Infatti, se fosse in abbondanza nella congregazione, tutti i loro problemi scomparirebbero.
Dopo aver stabilito questo, Paolo dimostra che di tutti i doni, la preferenza dovrebbe essere data al profetizzare, perché con essa si edifica la congregazione. – 1 Corinti 14:1, 5
A questo punto vediamo che Paolo insegna che l'amore è l'elemento più importante nella congregazione, che tutti i membri sono apprezzati, e che tra tutti i doni dello spirito, quello al quale viene data la preferenza è il dono di profezia. Poi dice: “Ogni uomo che prega o profetizza avendo qualcosa sul capo fa vergogna al suo capo; ma ogni donna che prega o profetizza con il capo scoperto fa vergogna al suo capo.” – 1 Corinti 14:4, 5
Come poteva esaltare la virtù della profezia e consentire ad una donna di profetizzare con la testa coperta, e allo stesso tempo costringere le donne a tacere? Questo è chiaramente contraddittorio e quindi privo di significato. Manca qualcosa e abbiamo bisogno di approfondire l'argomento.
Il problema della punteggiatura
Diamo un'occhiata ai versetti controversi di nuovo, ma questa volta nel contesto.
Inoltre, parlino due o tre profeti, e gli altri discernano il significato. Ma se a un altro è fatta una rivelazione mentre è seduto, il primo taccia. Poiché potete tutti profetizzare a uno a uno, affinché tutti imparino e tutti siano incoraggiati. E i [doni dello] spirito dei profeti devono essere controllati dai profeti. Poiché Dio non è [un Dio] di disordine, ma di pace.
Come in tutte le congregazioni dei santi, le donne stiano in silenzio nelle congregazioni, poiché non è loro permesso di parlare, ma siano sottomesse, come dice anche la Legge. Se, dunque, vogliono imparare qualcosa, interroghino a casa i propri mariti, poiché è vergognoso per una donna parlare nella congregazione.
Che cosa? È uscita forse da voi la parola di Dio, o è pervenuta solo fino a voi?
Se qualcuno pensa di essere profeta o dotato dello spirito, riconosca le cose che vi scrivo, perché sono il comandamento del Signore. Ma se qualcuno è ignorante, rimane ignorante. Quindi, fratelli miei, continuate a cercare zelantemente di profetizzare, e non impedite di parlare in lingue. Ma ogni cosa abbia luogo decentemente e secondo disposizione. – 1 Corinti 14:29-40
Dobbiamo prima essere consapevoli che negli scritti greci classici del primo secolo non ci sono separazioni di paragrafi, punteggiatura, né numerazioni di capitoli e versetti. Tutti questi elementi sono stati aggiunti più tardi. Spetta al traduttore di decidere dove si pensa che dovrebbero andare per trasmetterne il significato a un lettore moderno.
I traduttori della Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture hanno ritenuto opportuno dividere il versetto 33 in due frasi e dividere ulteriormente il pensiero con la creazione di un nuovo paragrafo. Tuttavia, molti traduttori della Bibbia lasciano il versetto 33 come una sola frase.
E se i versetti 34 e 35 fossero una citazione che Paolo sta facendo dalla lettera di Corinto? Altrove, Paolo cita direttamente o fa riferimento a parole e pensieri espressi a lui nella loro lettera in modo chiaro (ad esempio, guardate i riferimenti scritturali qui: 1 Corinti 7:1; 8:1; 15:12, 14. Si nota che molti traduttori in realtà incorniciano i primi due versetti tra virgolette, anche se questi segni non esistevano nel greco originale). Il sostegno a questa comprensione è l'uso da Paolo del participio disgiuntivo greco eta (ἤ) due volte nel versetto 36 che può significare “oppure, tranne …”, ma è anche usato come un contrasto per deridere quanto affermato in precedenza.
È il modo greco di dire "Davvero!" or "Stai scherzando?" o "Che sciocchezza!”. Per confronto, prendete in considerazione questi due versi scritti a questi stessi Corinti:
O siamo solo io e Barnaba a non avere l’autorità di astenerci dal lavoro [secolare]? – 1 Corinti 9:6
O “incitiamo Geova a gelosia”? Noi non siamo più forti di lui, vi pare? – 1 Corinti 10:22
Leggete di nuovo e sostituite la “o” (Gr. eta) con una delle tre traduzioni alternative di cui sopra e vedete se non funziona altrettanto bene, o anche meglio.
La Traduzione del Nuovo Mondo traduce la prima eta nel versetto 36 di 1 Corinti 14 “Che cosa?" e la seconda semplicemente “o". Ma se consideriamo il tono delle parole di Paolo e l'uso di questo participio in altri luoghi, una resa alternativa è giustificata.
E se la punteggiatura corretta doveva essere così:
Inoltre, parlino due o tre profeti, e gli altri discernano il significato. Ma se a un altro è fatta una rivelazione mentre è seduto, il primo taccia. Poiché potete tutti profetizzare a uno a uno, affinché tutti imparino e tutti siano incoraggiati. E i [doni dello] spirito dei profeti devono essere controllati dai profeti. Poiché Dio non è [un Dio] di disordine, ma di pace, come in tutte le congregazioni dei santi
Le donne stiano in silenzio nelle congregazioni, poiché non è loro permesso di parlare, ma siano sottomesse, come dice anche la Legge. Se, dunque, vogliono imparare qualcosa, interroghino a casa i propri mariti, poiché è vergognoso per una donna parlare nella congregazione.
Che cosa? (o “state scherzando?”) (ἤ, eta) È uscita forse da voi la parola di Dio? State scherzando, vero? (ἤ, eta) È pervenuta solo fino a voi? Se qualcuno pensa di essere profeta o dotato dello spirito, riconosca le cose che vi scrivo, perché sono il comandamento del Signore. Ma se qualcuno è ignorante, rimane ignorante. Quindi, fratelli miei, continuate a cercare zelantemente di profetizzare, e non impedite di parlare in lingue. Ma ogni cosa abbia luogo decentemente e secondo disposizione. – 1 Corinti 14:29-40
Ora il passaggio non è in conflitto con il resto delle parole di Paolo ai Corinti. Lui non sta dicendo che l'usanza in tutte le congregazioni è che le donne restano in silenzio. Piuttosto, ciò che è comune a tutte le congregazioni è che ci sia la pace e l'ordine. Lui non sta dicendo che la legge dice che una donna dovrebbe stare in silenzio, perché in realtà non esiste una tale regola nella legge di Mosè. Alla luce di ciò, l'unica legge restante deve essere la legge orale o le tradizioni degli uomini, qualcosa che Paolo detestava. Paolo deride giustamente una visione così orgogliosa e quindi contrasta le loro tradizioni con il comandamento che ha ricevuto dal Signore Gesù. Egli conclude affermando che se si continuano a seguire le loro regole circa le donne, allora Gesù li respingerà. Così è meglio fare quello che possono per promuovere la libertà di parola, che include fare tutte le cose in modo ordinato.
Con questo intendimento, l'armonia scritturale è ripristinata e il giusto ruolo delle donne, da tempo stabilito da Geova, è conservato.
La situazione a Efeso
La seconda Scrittura che causa una significativa controversia è quella di 1 Timoteo 2:11-15:
La donna impari in silenzio con piena sottomissione. Non permetto alla donna di insegnare né di esercitare autorità sull’uomo, ma stia in silenzio. Poiché Adamo fu formato per primo, poi Eva. E Adamo non fu ingannato, ma la donna fu completamente ingannata e si trovò in trasgressione. Comunque, essa sarà tenuta in salvo per mezzo del parto, purché rimangano in fede e amore e santificazione insieme a sanità di mente.
Le parole di Paolo a Timoteo sembrano piuttosto strane se considerate separatamente. Ad esempio, l'osservazione sul parto solleva alcune questioni interessanti. Paolo sta suggerendo che le donne sterili non possono essere tenute in salvo? E quelle che mantengono la loro verginità, in modo che possano servire più completamente il Signore non saranno protette perché non hanno figli a carico? Questo sembra contraddire le parole di Paolo in 1 Corinti 7:9. E come esattamente il fatto di avere dei figli salvaguarda una donna?
Presi fuori contesto, questi versetti sono stati impiegati dagli uomini nel corso dei secoli per sottomettere le donne, ma tale non è il messaggio di nostro Signore. Anche in questo caso, per capire bene ciò che lo scrittore sta dicendo, dobbiamo leggere l'intera lettera. Oggi, scriviamo più lettere che mai prima nella storia. Questo è ciò che le e-mail hanno reso possibile. Tuttavia, abbiamo anche imparato quanto pericolosa può essere una e-mail nella creazione di incomprensioni tra amici. Spesso sono stato sorpreso dalla facilità con la quale qualcosa che ho detto in una e-mail è stata fraintesa o presa nel modo sbagliato. Certo, io sono altrettanto colpevole di fare questo come lo sono altri. Tuttavia, ho imparato che prima di rispondere ad una dichiarazione che sembra particolarmente controversa o offensiva, il miglior modo è quello di rileggere l'intera posta elettronica con attenzione e lentamente, tenendo conto della personalità dell’amico che lo ha inviato. Spesso ciò mette la frase in discussione nella giusta prospettiva.
Pertanto, non prenderemo in considerazione questi versetti in modo isolato, ma come parte di una singola lettera. Considereremo anche lo scrittore, che è Paolo, e il destinatario, Timoteo, che Paolo considera come suo figlio. (1 Timoteo 1:1, 2) Successivamente, terremo a mente che Timoteo era in Efeso, al momento della stesura di questa lettera. (1 Timoteo 1:3 ) In quei giorni di comunicazioni e di viaggi limitati, ogni città aveva la sua propria cultura distinta, che presentava le proprie sfide uniche per la congregazione cristiana nascente. Paolo avrà sicuramente preso in considerazione questi fatti nei consigli della sua lettera.
Timoteo non è un neppure un anziano ordinario. Profezie sono state fatte che lo riguardano. (1 Timoteo 1:18; 4,:4) Tuttavia, è ancora giovane e, a quanto pare, un po’ malaticcio. (1 Timoteo 4:12; 5:23) Alcuni stanno apparentemente cercando di sfruttare queste caratteristiche per avere il sopravvento nella congregazione.
Al momento della redazione, Timoteo è anche in una posizione di autorità, perché Paolo gli ordina di “[comandare] a certuni di non insegnare diversa dottrina, e di non prestare attenzione a false storie e a genealogie”. (1 Timoteo 1:3, 4) I “certuni” in questione non sono identificati. I preconcetti maschili – e sì, le donne sono influenzati da esso pure – potrebbe farci supporre che Paolo si riferisce a uomini. Ma non lo specifica, così non dobbiamo saltare a conclusioni. Tutto quello che possiamo dire per certo è che questi individui, siano essi di sesso maschile e / o femminile, “[vogliono] essere maestri della legge, ma non comprendendo né le cose che dicono né le cose circa le quali fanno forti asserzioni.” – 1 Timoteo 1:7
Un'altra cosa che è degno di nota di questa lettera è l'enfasi su questioni che interessano le donne. Ci sono molte più istruzioni per le donne in questa lettera che in qualsiasi altro scritto di Paolo. Sono consigliate sugli stili appropriati di abbigliamento (1 Timoteo 2:9, 10); sulla corretta condotta (1 Timoteo 3:11); sui gossip e l'ozio (1 Timoteo 5:13). Timoteo è istruito circa il modo corretto di trattare le donne, giovani e meno giovani (1 Timoteo 5:2) e sul trattamento equo delle vedove (1 Timoteo 5:3-16). Egli è anche messo in guardia specificamente di “respingere le false storie che violano ciò che è santo e che le vecchie donne raccontano”. – 1 Timoteo 4:7
Perché tutta questa enfasi sulle donne, e perché l'avvertimento specifico di respingere false storie raccontate da vecchie donne? Per aiutare a trovare la risposta dobbiamo considerare la cultura di Efeso in quel momento. Ricorderete quello che è successo quando Paolo predicò per la prima volta ad Efeso. Ci fu un grande clamore dai argentieri che si erano fatto soldi fabbricando santuari ad Artemide (anche nota come Diana), la dea polimastica degli Efesini. – Atti 19:23-34
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Un culto era stato costruito intorno al culto di Diana, che riteneva che Eva fu la prima creazione di Dio, dopo di che ha fatto Adamo, e che era Adamo che era stato ingannato dal serpente, non Eva. I membri di questo culto accusavano gli uomini per i guai del mondo. È quindi probabile che alcune delle donne della congregazione venivano influenzate da questo pensiero. Forse alcune si erano addirittura convertite da questo culto alla pura adorazione del cristianesimo.
Con questo in mente, notiamo qualcosa di particolare nel testo di Paolo. Tutti i consiglio che dà alle donne in tutta la lettera sono espressi al plurale. Poi, di colpo cambia per il singolare in 1 Timoteo 2:12: “Non permetto alla donna ….” Questo avvalora la tesi secondo cui egli si riferisce ad una particolare donna che presenta una sfida all'autorità divinamente ordinata di Timoteo. (1 Timoteo 1:18; 4:14) Questa comprensione è rinforzata se si considera che, quando Paolo dice: “Non permetto alla donna … di esercitare autorità sull’uomo …”, egli non utilizza la parola greca comune per autorità che è exousia. Questa parola è stata usata dai capi sacerdoti e dagli anziani, quando hanno sfidato Gesù in Marco 11:28 dicendo: “Con quale autorità (exousia) fai queste cose?” Tuttavia, la parola che Paolo usa per Timoteo è authentein che porta l'idea di un'usurpazione di autorità.
Ciò che si adatta con tutto questo è l'immagine di una donna particolare, una donna anziana (1 Timoteo 4:7) conducendo un gruppo di “certuni” (1 Timoteo 1:3, 6), che stava cercando di usurpare l'autorità di Timoteo che gli era stata data da Dio, sfidandolo in mezzo all'assemblea con “dottrine diverse” e “false storie”. – 1 Timoteo 1:3, 4, 7; 4: 7
Se questo fosse il caso, allora si spiegherebbe anche il riferimento peraltro incongrua ad Adamo ed Eva. Paolo stava mettendo le cose in chiaro e aggiungeva il peso delle sue funzioni per ristabilire la vera storia come ritratta nelle Scritture, non la falsa storia dal culto di Diana (Artemide per i greci) [1] Questo ci porta finalmente al riferimento apparentemente strano al parto come un modo per tenere in salvo la donna.
σωθήσεται δὲ διὰ τῆς τεκνογονίας ἐὰν μείνωσιν ἐν πίστει καὶ ἀγάπῃ καὶ ἁγιασμῷ μετὰ σωφροσύνης.
Sarà salvata inoltre tramite la gravidanza se si attengono ne[lla] fede e [l’[amore e [la[ santità con moderazione.
τῆς (TES) è il genitivo singolare di ἡ (He) [l’articolo femminile singolare di ὁ (ho)] e significa “la". Quando ha scritto τῆς τεκνογονίας, il parto secondo la Traduzione del Nuovo Mondo, potrebbe essere che Paolo aveva in mente una nascita molto specifica, e non il parto in generale, come se tutte le donne dai tempi di Eva fino ado oggi sarebbero salvate con il semplice atto di dare alla luce bambini.
Alla luce di questo passaggio che fa riferimento ad Adamo ed Eva, il parto al quale Paolo si riferisce può benissimo essere quello di Genesi 3:15. È la posterità tramite la donna che si traduce nella salvezza di tutte le donne e di tutti gli uomini, quando quel seme finalmente schiaccia Satana alla testa. Piuttosto che concentrarsi su Eva e il presunto ruolo superiore delle donne, questi “certuni” dovrebbero concentrarsi sul seme o progenie della donna attraverso il quale tutti sono salvati.
Il ruolo delle donne
Geova stesso ci dice come considera la femmina della specie:
Geova stesso dà la parola;
Le donne che annunciano la buona notizia sono un grande esercito. – Salmo 68:11
Paolo parla molto bene delle donne in tutte le sue lettere e riconosce loro come compagne di sostegno, ospitando congregazioni nelle loro case, profetizzando nelle congregazioni, parlando in lingue e avendo cura dei bisognosi. Mentre i ruoli degli uomini e delle donne si differenziano in base alla loro composizione e il disegno di Dio, entrambi sono fatti a immagine di Dio e riflettono la sua gloria. (Genesi 1:27) Entrambi avranno l’opportunità di condividere lo stesso premio come re e sacerdoti nel regno dei cieli. – Galati 3,28; Rivelazione 1:6
V'è di più da imparare su questo argomento, ma allorché ci liberiamo dai falsi insegnamenti di uomini, dobbiamo anche cercare di liberarci dai pregiudizi e dei pensieri distorti dei nostri ex sistemi di credenze e anche del nostro patrimonio culturale. Come una nuova creazione cerchiamo di essere rinnovati nella forza dello spirito di Dio. – 2 Corinti 5:17; Efesini 4:23

[i] An Examination of the Isis Cult with Preliminary Exploration into New Testament Studies by Elizabeth A. McCabe p. 102-105; Hidden Voices: Biblical Women and Our Christian Heritage by Heidi Bright Parales p. 110 [torna]
Leggi l'articolo originale in questa pagina: Beroean Pickets
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Lettura consigliata
Esaminiamo le nostre credenze:

l'esistenza di Dio

Se si chiede ad un cristiano, ed in particolare a un Testimone di Geova, di fornire una prova dell'esistenza di Dio, ci sono grandi probabilità che citi il quarto versetto del terzo capitolo della lettera agli Ebrei, "Ogni casa è costruita da qualcuno, ma chi ha costruito ogni cosa è Dio".

Se il ragionamento è corretto, dal nulla non si è generato nulla bensì ogni cosa è presente sulla terra per via della volontà di un progettista, bisogna tuttavia capire che Paolo non stava cercando di argomentare sull'esistenza di un Creatore. Si stava rivolgendo ai suoi compagni cristiani, oltre che ebrei, che certamente non dubitavano del fatto che l'universo fu governato da un essere potente alla base di tutto. Inoltre, nell'antichità il problema non era affatto la non-credenza in Dio ma piuttosto l'inverso: si aveva tendenza a credere in una moltitudine di divinità. D'altronde, Paolo, in un'occasione, rimarcò che era stato fatto un altare dedicato ad un dio sconosciuto, sicuramente per timore di dimenticare di adorare una divinità.

(Proseguire)
Acalia & Marta
Parabole per i nostri giorni (prima parte)
Carl-Bloch-Sermon-on-the-Mount
Cos'hanno da dirci le parabole di Gesù? Hanno relazione coi nostri giorni? Per prima cosa dobbiamo identificarle e comprendere quali di esse hanno un risvolto profetico. Per fare un esempio contrario, la parabola del figlio prodigo contiene un grandissimo insegnamento per noi ma non è profetica, non annuncia nessun avvenimento! Come facciamo dunque a distinguere i tipi di parabole? Come al solito, è molto semplice: ci atterremo a ciò che disse Gesù Cristo stesso, senza aggiungere né togliere. Limiteremo le interpretazioni ai soli elementi che si possono evincere direttamente dai racconti o da altri particolari scritti e attinenti. Per il resto ci accontenteremo volentieri della risposta del Signore: "Non sta a voi acquistar conoscenza dei tempi o delle stagioni che il Padre ha posto nella propria autorità”. – Atti 1:7
(proseguire)

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